SALVE (Lecce) – La lotta contro il mattone selvaggio in riva al mare si conclude con una sentenza di colpevolezza. Raffaele Scardino Licastro, 64enne di Lecce, è stato condannato ad un anno ed un mese di reclusione per presunte violazioni edilizie relative alla costruzione di 26 strutture abitative in legno in un campeggio di Torre Pali in località “Specolizzi”. Licastro è finito sul banco degli imputati in veste di legale rappresentante della So.Me.Ca., proprietaria del campeggio conosciuto come “Camping Village Ionian Club”. La sentenza emessa da giudice della seconda sezione penale Silvia Saracino contempla anche la confisca dell’area interessata dall’intervento di lottizzazione e delle opere abusivamente realizzate.
Il camping in questione, a due chilometri dal mare, finì sotto sequestro preventivo nel dicembre di quattro anni fa con un provvedimento a firma del gip Vincenzo Brancato sollecitato dal pubblico ministero Roberta Licci. Nel corso di un regolare controllo del territorio i militari della Guardia di Finanza rilevarono la presenza delle piccole costruzioni mobili in legno in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico in assenza del necessario permesso di costruire e del nulla osta rilasciato dalle competenti autorità. Le strutture abitative sarebbero state poi collegate con gli impianti idrico, fognario, elettrico e gpl realizzati all’uopo. Secondo la Procura, così come contestato nel capo d’imputazione “tale intervento avrebbe comportato una permanente alterazione delle bellezze naturali”.
Nella concessione originaria, rilasciata dal Comune di Salve nel 1983, l’amministrazione aveva stralciato e rigettato la richiesta della società (che si dedica alla realizzazione di campeggi e aree attrezzate per roulotte, con sede legale a Lecce) di installare le ventisei casette in legno. Successivamente le casette vennero rimosse e due mesi dopo il titolare della società ottenne la necessaria autorizzazione paesaggistica dalla competente “Unione dei Comuni Terra di Leuca”. L’imputato era difeso dagli avvocati Federico e Giovanni Pellegrino.
F.Oli.