SPONGANO (Lecce) – Nelle giornate del 24, 25 e 26 marzo 2016, Palazzo Bacile di Castiglione a Spongano in provincia di Lecce ospita presso lo “Spazio Ipogeo”, trasformatosi per l’occasione in “museo temporaneo”, un evento d’eccezione interamente dedicato ad avvicinare, conoscere e dialogare con l’arte del nostro presente. Un luogo antico che si apre al territorio.
Un ipogeo, quello di Palazzo Bacile di Castiglione — dichiarato d’interesse storico-artistico dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per la provincia di Lecce, palazzo trasformato in dimora signorile a partire dal XVII sec. come adattamento dell’originale fortificazione dei Vescovi Conti di Castro del XIV sec. —, utilizzato come frantoio a partire dal XVII sec. fino alla metà degli anni Cinquanta del Novecento, primo nel basso Salento dedicato alla produzione “industriale” di olio alimentare. Ora questo nuovo “Spazio Ipogeo”, tra i meglio restaurati e recuperati, vuole essere un luogo in cui si incontrano arte e musica.
Solo tre giorni, una delle più significative esperienze quella dell’arte. La pittura di un artista contemporaneo che al meglio rappresenta un’eccezionale tensione espressiva. Un luogo che si mette in ascolto di una memoria antica d’attaccamento a usi, costumi e tradizioni ereditate.
Tre crocifissioni di Giovanni Manfredini, “senza morte”, è un’occasione per riflettere su un significativo momento della tradizione cristiana. In particolare perché rappresenta un momento di riflessione sul tema della morte e della risurrezione. Questo evento si attua nel memoriale del Venerdì Santo. Giorno in cui la Chiesa celebral’azione liturgica della Passione del Signore in preparazione della risurrezione, per tutte le confessioni cristiane, la domenica di Pasqua.
Si legge nella nota introduttiva dell’artista all’opera: «La presenza ancora palpabile del passato e la poesia invisibile di quanto può accadere si incontrano nello spazio “sacro”, emozionale, esattamente: tre giorni, tre opere, tre crocifissioni.
Composto in occasione della Pasqua cristiana “senza morte” è una chiamata a vivere da vivi. La morte è il limite invalicabile della condizione umana, sostituire questa immagine di verità è pretendere di annullarne il mistero.
Nella raffigurazione canonica del tema della crocifissione si sottende una distinzione morale tra la destra e la sinistra del Cristo, raffigurando alla destra il pentimento commisurato nella pacificazione dell’uomo in Dio; l’impenitente è in preda ai tormenti, un diavolo si appropria della sua anima.
Nelle tre crocifissioni presentate v’è altro e non assistiamo all’agonia della morte, beffa del mondo contemporaneo. Consumando inesorabilmente l’attimo della vita ritroviamo il presente delle cose. Una riflessione sul rapporto tra vita e morte, compassione e devozione, rito e rappresentazione».
