LECCE – Due indagati nell’inchiesta sul “diurno” di San Cataldo. L’accusa di esercizio abusivo delle proprie ragione viene contestata a due funzionari del settore Patrimonio di Palazzo Carafa: Lillino Gorgoni e Francesco Goffredo. I loro nomi stati iscritti nel registro degli indagati dal sostituto procuratore Emilio Arnesano. La vicenda ruota attorno al braccio di ferro con l’ex custode del servizio pubblico. E la questione è finita anche davanti ad un giudice civile. L’ex custode del “diurno comunale”, i servizi che si affacciano sul lungomare Vespucci, sostiene di aver acquisito tramite usucapione la proprietà dell’immobile.
Una tesi corroborata da una vecchia delibera che affidava a Valter Quarta la gestione dei servizi per tre mesi. Da allora la gestione non è mai stata interrotta. L’estate scorsa, però, il bene è stato messo in vendita. C’è stata una gara, cui è seguita l’aggiudicazione. Ma il contratto di cessione non è stato perfezionato. Nel frattempo all’ex gestore è stato chiesto di consegnare le chiavi del “diurno”. Un invito rimasto inevaso. Così il dirigente del settore Patrimonio del comune di Lecce ha firmato un’ordinanza di sgombero. Il primo sopralluogo non ha avuto esito. Decorso il termine per l’impugnazione del provvedimento del dirigente, si è proceduto all’esecuzione coatta.
Insieme ai vigili urbani, i due funzionari Gorgoni e Goffredo, hanno cambiato la serratura delle porte del “diurno”. Da qui la denuncia di Quarta. Nei giorni scorsi i due indagati, assistiti dall’avvocato Amilcare Tana, sono stati interrogati dagli ufficiali della squadra contro i reati della Pubblica amministrazione della sezione di pg della polizia presso la Procura. Un’informativa è stata trasmessa al pubblico ministero Emilio Arnesano dopo aver sentito i vigili urbani che hanno preso parte alle operazioni per la sostituzione dei frutti delle serrature.
F.Oli.