BARI – Berlusconi celebra l’ingresso di Adriana Poli Bortone nel suo partito con delle parole che rispolverano rancori mai superati. L’ex Cavaliere prende di mira il leader dei Conservatori e Riformisti, che a Roma gli sta di nuovo remando contro: «Fitto ha scelto la strada dell’isolamento e dell’ininfluenza politica nel tentativo di salvaguardare una piccola rendita di posizione a livello locale per sé e per i suoi amici. Il voto a Fitto, quindi non è né sbagliato né giusto. È semplicemente inutile». La risposta è giunta a stretto giro, sempre nella serata di ieri: «Leggo l’ultima di Berlusconi. Se sono così ininfluente, come mai mi attacca a testa bassa? Purtroppo per lui, dal Nazareno al caos di Roma, il disastro della sua azione in questi due anni è sotto gli occhi di tutti. Noi lavoriamo per dare un futuro al centrodestra. Ma forse, ai suoi occhi, il problema è proprio questo…».
È di nuovo fuoco tra gli ex amici, la guerra continua. Fitto nella convention di Novoli aveva usato parole durissime contro Forza Italia, criticando strategie e «politiche dell’inciucio»: ieri la replica durissima del suo ex capo. Berlusconi ha bollato «Fitto e i suoi amici» come professionisti della politica «di cui il partito si è finalmente liberato». Uno scontro che giunge in una fase dove fittiani e berlusconiani avevano ripreso a dialogare, cominciando un percorso unitario per individuare i candidati sindaco in tutta la Puglia (nelle città con più di 15 mila abitanti). I forzisti in Puglia hanno ribadito persino il loro sì alle primarie come extrema ratio. Dunque, sembrava si potessero archiviare i passati scontri tra i leader, invece no: ricomincia una fase di veleni, dovuta a scelte diverse sul campo romano, che avrà degli inevitabili riflessi sulla Puglia, prima o poi. Anche perché, dopo le amministrative, bisognerà fare nuovamente i conti e parlare del grande appuntamento delle politiche, dove i posti scarseggiano e le «ambizioni parlamentari» sono troppe.
Fitto è concentrato su due campi di battaglia: quello pugliese, dove deve tenere in piedi un movimento che è ancora forte, nonostante qualcuno dei suoi continui a guardarsi intorno, e quello nazionale, dove la situazione è molto complicata, perché è impegnato a scongiurare il rischio isolamento alleandosi con piccoli movimenti e transfughi di Ncd, come Quagliariello. Quindi, l’ex ministro, oltre tenere a freno le emorragie, deve fare proseliti a Roma: operazioni non facili viste le voci di corridoio. Al Senato, infatti, rischia di perdere pezzi e solo la stampella di Quagliariello riesce a tenere in piedi il gruppo. Inoltre, non si vedono all’orizzonte alleanze degne di nota e capaci di rendere incisivo a livello nazionale il suo movimento. Bisognerà capire anche se l’operazione romana darà i suoi frutti, facendo spuntare nuovi amici.
Gaetano Gorgoni