Il secondo grado della giustizia sportiva ha preso tempo. La CAF si è riservata di analizzare in maniera più dettagliata la sentenza di primo grado che aveva sì inferto una multa di 5.000,00€ alla società giallorossa dando ragione nel merito alla Casertana, ma aveva comunque omologato risultato maturato sul campo (1-1) e di fatto respinto la richiesta della società campana, di sconfitta a tavolino per l’avversaria e relativa assegnazione dei tre punti in classifica con la conseguente decurtazione di un punto per i salentini.
Sentenza impugnata prontamente dal legale dei falchetti per conto della società rossoblu, che in profonda crisi di risultati e spodestata dalla vetta della classifica, non essendo riuscita sul campo ad imporsi con il proprio gioco, starebbe tentando fino all’ultimo di arruffare qualche punto nelle aule dei tribunali sportivi. Ricordiamo come la questione sia nata dall’infortunio del secondo assistete del direttore di gara, e come quest’ultimo abbia ritenuto possibile la prosecuzione della partita esclusivamente sotto il suo arbitraggio invitando le due società, come da regolamento, a designare un proprio tesserato a rivestire i panni di guardalinee, in questo caso di parte. Da qui parte tutto. Il Lecce investe Giovanni Fasano del titolo, che come poi evidenziato nel ricorso dalla Casertana, non poteva rivestire perché non tesserato.
In primo grado il Giudice Sportivo ha infatti confermato come il Lecce non abbia rispettato il regolamento ma altre sì argomentato in maniera inoppugnabile come tale inadempienza non abbia in alcun modo influito sul risultato finale, in quanto si trattava di due figure puramente formali. Inoltre aveva risaltato come tale decisione sia stata presa a partita in corso e non in principio, attenendosi esclusivamente a quanto riportato nel referto arbitrale del direttore di gara, e cioè della completa regolarità del match.
Dario Sanghez