LECCE – Vecchi contrasti covati nel tempo vengono vendicati in carcere. Un noto esponente della criminalità del nord Salento e un altro elemento di spicco sono stati aggrediti e picchiati dallo stesso detenuto. Per motivi differenti ma strettamente collegati al clan di appartenenza. Gli episodi risalgono ad alcuni giorni fa. Si sono verificati a Borgo “San Nicola” ma la voce è arrivata anche all’esterno. Non fosse altro per lo spessore di uno dei personaggi coinvolti. L’aggressione ai danni di uno storico personaggio della malavita è avvenuta per le scale del carcere.
I due sono detenuti in sezioni differenti. Si sono incrociati dopo aver partecipato alla messa. Giù botte e schiaffi. Il movente è legato ad un vecchio omicidio di mafia che risale agli anni ’90. Per quel delitto l’aggressore starebbe scontando ingiustamente l’ergastolo. Giorni fa ha così deciso di consumare la “vendetta” contro chi avrebbe effettivamente partecipato a quell’omicidio: un detenuto “intoccabile” e rimasto sempre in silenzio per sfuggire ad una condanna pesante. L’omicidio si colloca nella faida di mafia che, alla fine degli anni ‘90, insanguinava un intero territorio. I retroscena della spietata esecuzione consumata in un paese a pochi chilometri da Lecce compaiono anche nelle carte di una recente inchiesta antimafia. E la voce del pestaggio ha fatto il giro delle celle arrivando anche all’esterno. Giorni dopo, infatti, durante l’udienza di un processo non è sfuggita l’andatura zoppa della vittima in aula.
Non è l’unica aggressione avvenuta in carcere di recente. Sempre lo stesso detenuto ha picchiato un altro recluso: un giovane finito di recente in manette in una delle tante inchieste che hanno decimato i clan attivi a nord di Lecce. In questo caso il pestaggio sarebbe legato a contrasti maturati in gruppi opposti che si sono fronteggiati fino a pochi mesi fa per il controllo dei traffici illeciti. Gli effetti delle due aggressioni hanno avuto ripercussioni anche all’esterno. A detta dei ben informati, il pestaggio legato all’omicidio è il segnale di come alcune gerarchie stiano mutando con esponenti fino a poco tempo fa considerati “intoccabili” ormai relegati ai margini degli affari e delle decisioni che contano.
Francesco Oliva