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Collaboratore infedele raggira notaio: sotto inchiesta per truffa e appropriazione

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OTRANTO (Lecce) – Chiedeva somme di denaro ai clienti del notaio per il quale collaborava: cifre gonfiate relative a titoli di acconto o atti stipulati dal professionista. Spillando, in totale, circa 7mila e 700 euro costringendo così diversi clienti (tra cui due coppie) a sborsare cifre superiori a quelle richieste dal notaio. Sotto inchiesta è così finito Antonio Caroppo, 39enne di Otranto. Le accuse di truffa e appropriazione indebita aggravata sono contenute nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari a firma del pubblico ministero Paola Guglielmi. L’inchiesta è stata avviata sulla scorta di una denuncia del notaio Vincenzo Papi, di Squinzano, assistito dall’avvocato Luigi Covella. E’ stato così scoperto il sistema truffaldino adottato dal collaboratore regolarmente assunto a tempo indeterminato il 3 settembre di tre anni fa.

Caroppo contattava i clienti per farsi rilasciare somme di denaro a titolo di acconto o di saldo da consegnare al professionista. Gli investigatori, attraverso accertamenti di tipo bancario, hanno ricostruito movimenti di denaro non richiesti dal notaio. In altri casi si parla di somme effettivamente dovute a Vincenzo Papi per atti stipulati trattenendole in tutto o in parte. Cinque i casi emersi in appena 30 giorni: a fronte di un credito del notaio per un atto di costituzione di società di mille e 500 euro Caroppo si faceva consegnare la somma maggiorata di mille e 600 euro. Altri raggiri avrebbero coinvolto due coppie di coniugi. Con il pretesto della stipula di una donazione il collaboratore avrebbe intascato 2mila e 500 euro senza mai fissare un appuntamento nello studio del notaio per stipulare preliminarmente l’atto.

E poi cifre gonfiate per attività notarili versando solo una parte al professionista e trattenendo la restante. L’ammanco ai clienti è stato quantificato in circa 7mila e 700 euro che, secondo le indagini, avrebbero sborsato somme superiori rispetto a quelle richieste dal notaio. L’indagato ha ora venti giorni a sua disposizione per chiedere di essere interrogato o per produrre memorie difensive prima che il p formalizzi la richiesta di rinvio a giudizio. Il collaboratore infedele è assistito d’ufficio dall’avvocato Anna Rita Gugliemi.

Francesco Oliva 


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