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Maltrattamenti all’interno della Comunità: a processo il responsabile Dollorenzo

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GALATINA (Lecce) – Ragazzini picchiati a colpi di cintura e di stracci bagnati davanti a tutti gli altri ospiti e costretti a subire punizioni esemplari. E’ finito sotto processo Bruno Dollorenzo, responsabile della comunità rieducativa “L’Aquilone” di Galatina, per i presunti maltrattamenti denunciati nella struttura tra il 2009 e il 2012. Il gup Stefano Sernia ha rinviato a giudizio il 48enne di Sogliano Cavour con le accuse di abuso dei mezzi di correzione, maltrattamenti verso fanciulli e violenza privata, reati tutti aggravati. In alcuni casi, infatti, gli abusi sarebbero stati riservati anche a ragazzini affetti da problemi psichici. Il processo si aprirà il prossimo 25 maggio dinanzi al giudice monocratico Sergio Tosi.

L’indagine culminò nell’aprile di tre anni fa con l’arresto dell’allora responsabile. I carabinieri della sezione di polizia giudiziaria distaccata in Procura svelarono uno spccato inquietante. Ragazzini rimasti in ginocchio per ore a lavare i piatti o a mangiare in disparte. Abbandonati in condizioni di vita disagiate: abbigliamento usato, con una doccia a settimana e senza provvedere al ricambio della biancheria intima. Nel capo d’imputazione, poi, vengono rimarcate altre pesanti accuse: ragazzi lasciati andare a scuola senza libri, quaderni, occhiali da vista e merenda nonostante Dollorenzo riscuotesse una retta giornaliera di 75 euro per minore (per questo filone d’indagine il 48enne ha ricevuto l’avviso di chiusa inchiesta nei giorni scorsi). Una sorta di “padre-padrone”, così come viene definito nel capo d’imputazione, che, in più occasioni, avrebbe costretto alcuni ospiti a eseguire dei lavori di manutenzione e di pulizia nella propria abitazione. I dettagli su quanto accadeva nella struttura sono stati svelati da una decina di ex ospiti ascoltati anche con l’incidente probatorio. Emblematico fu il racconto di uno dei primi episodi che diede l’incipit all’inchiesta: a febbraio di quattro anni fa un ragazzo della provincia di Brindisi si presentò in caserma per raccontare di essere scappato dalla comunità: insieme ad altri compagni era stato preso a cinghiate e a colpi di stracci bagnati.

Subito dopo il suo arresto, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, Dollorenzo negò tutte le accuse. Con un successivo provvedimento del Riesame tornò in libertà. In totale, erano tredici le persone offese. Solo in tre si sono costituiti parte civile con l’avvocato Paola Scialpi. Sono entrati nel processo anche l’associazione Anfa e il Comune di Galatina con l’avvocato Bruno Ciccarese. Dollorenzo era assistito dagli avvocati Francesca Conte e Cosimo Maggiulli. I legali avevano chiesto il non doversi procedere sulla scorta dell’inattendibilità delle dichiarazioni fornite dalle persone offese. Tutte argomentazioni che verranno ribadite con l’inizio del processo.

F.Oli.


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