COPERTINO (Lecce) – La Procura ricorre in Cassazione per chiedere l’ergastolo nei confronti di Luigi Margari, il 35enne di Copertino, responsabile dell’omicidio di Fabio Frisenda, di due anni più giovane. In primo grado, il 5 novembre scorso, l’assassino reo confesso venne condannato a 18 anni di reclusione. L’atto arreca la firma dei pubblici ministeri Guglielmo Cataldi (in servizio presso la Direzione Distrettuale Antimafia) e Stefania Mininni (della procura ordinaria) che avanzano, così, per la seconda volta la richiesta del carcere a vita. Il ricorso molto articolato si fonda su alcune motivazioni prettamente formali: l’eliminazione delle attenuanti generiche (riconosciuta con la sentenza di primo grado) e la contraddittorietà delle motivazioni della sentenza emessa il 5 novembre scorso dal gup Antonia Martalò. In particolare risulta agli inquirenti piuttosto labile il movente di aver deciso di dare una lezione a Frisenda per le presunte avances alla moglie nel corso della sua degenza in ospedale dopo la sparatoria in cui rimase ferito mesi prima. Inoltre, la Procura rimane convinta che l’assassino avrebbe cercato in tutti i modi di ostacolare le indagini nonostante si fosse costituito qualche giorno dopo l’omicidio. E poi c’è un’ulteriore incongruenza tra la decisione del gup e le motivazioni della sentenza nel passaggio in cui il giudice annota che Margari avrebbe agito con un complice. Ipotesi, quest’ultima, sempre smentita dall’imputato.
Ecco perché la Procura ha affilato le armi chiedendo che Margari venga condannato al massimo della pena. Il delitto risale al 4 luglio di due anni in una campagna alla periferia di Copertino dove sorge una fabbrica per la produzione di infissi. Frisenda, all’epoca, si trovava ai domiciliari. Era autorizzato dal giudice del Tribunale di Sorveglianza a lavorare presso la ditta di infissi dalle 7,30 alle 16. E quel giorno di inizio estate in tarda mattinata Margari giunse a bordo della propria auto nelle vicinanze del capannone dell’azienda. La vittima intuì di essere finito in un’imboscata. Tentò una fuga ma venne raggiunto da un colpo di pistola al cuore. Margari rimase uccel di bosco per due giorni. Dopo 48 ore si costituì presso la caserma dei carabinieri della Tenenza di Copertino. Nel corso dell’interrogatorio l’omicida svelò il movente: presunte avances rivolte da Frisenda alla compagna mentre si trovava in ospedale. Il killer reo confesso ha sempre negato di aver voluto uccidere il 33enne. Nei suoi propositi si sarebbe dovuto trattare di un avvertimento affidato alla canna di una pistola.
Francesco Oliva