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Tar: via libera all’Amministrazione Comunale sulle Zone F. Respinti i ricorsi dei proprietari

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l’Avvocato Antonio Quinto

NARDO’ (Lecce) – Un’importante sentenza del TAR di Lecce consente di sbloccare gli interventi edilizi nelle zone F del Comune di Nardò per effetto di una deliberazione del Consiglio Comunale che, modificando l’originaria previsione del PRG, oggetto di censura a seguito di un precedente ricorso, introduce l’intervento diretto da parte dei privati senza necessità di preventiva espropriazione ad opera dell’Autorità Pubblica.

Il TAR, accogliendo le argomentazioni difensive svolte dall’Avv. Antonio Quinto nell’interesse dell’Amministrazione Comunale, ha rigettato il ricorso proposto da alcuni proprietari di aree classificate come zone F che affermavano come con la deliberazione comunale n.143/2014, il Comune, contravvenendo ad  una precedente decisione dello stesso TAR, avesse reintrodotto un vincolo espropriativo sulle zone, vincolo non consentito dalla legge dopo il decorso del quinquennio dall’approvazione del PRG.

L’Avv. Quinto, nella discussione innanzi al TAR  ha dimostrato – e i Giudici hanno condiviso l’impostazione del Comune – che in effetti il Consiglio Comunale aveva recepito le indicazioni del TAR adottando una modifica della previsione di piano che consente ai privati proprietari di intervenire nelle zone classificate come F in conformità alle previsioni dello strumento urbanistico senza che il Comune abbia possibilità di intervenire coattivamente.

Il difensore del Comune, nel commentare la decisione dei Giudici leccesi, ne ha evidenziato la portata innovativa. Ciò in quanto, in termini squisitamente economici la variante ritenuta legittima dal TAR consentirà, dopo la definitiva approvazione regionale, a tutti i cittadini che fino ad oggi avevano l’area di proprietà congelata dalle previsioni ormai scadute del PRG, di investire su di essa, realizzando le proprie iniziative economiche. Non va sottaciuto, al contempo – continua l’Avv. Quinto – il contemporaneo soddisfacimento dell’interesse pubblico a vedere realizzati, attraverso l’iniziativa privata, anche gli obiettivi dello strumento urbanistico: nelle zone F, infatti, sono previsti interventi che oltre ad avere una rilevanza imprenditoriale, soddisfano altresì rilevanti interessi della collettività perché servono a dotare il territorio di servizi ed infrastrutture. A titolo di esempio, vanno annoverati tra gli interventi ammissibili, bar, ristoranti, attrezzature sportive, insediamenti commerciali. Si realizza così una smobilitazione del mercato edilizio a lungo tempo bloccato dalle previsioni vincolistiche del piano, oggi definitivamente superate per effetto della variante che ha riscosso il primato di legittimità da parte dei Giudici Amministrativi.

La sentenza del TAR assume altresì particolare valenza perché, proprio seguendo l’impostazione difensiva del Comune, vi è l’affermazione della correttezza di una delle prime applicazioni della normativa introdotta dal decreto c.d. Sblocca Italia che mira a realizzare una sinergia tra pubblico e privato, semplificando l’attività edilizia e contemperando le esigenze del privato con gli interessi della collettività: è stata, infatti, giudicata legittima la previsione  che tra privato e Comune si stipulino delle convenzioni che definiscono le modalità di attuazione e d’uso delle aree senza incidere sul diritto dominicale dei privati.

La decisione fa chiarezza di una problematica urbanistica che aveva dato luogo a forti contestazioni contro l’Amministrazione Risi ed i Responsabili dell’Ufficio Tecnico Comunale al punto che alcuni dei ricorrenti avevano adito anche la magistratura penale, affermando che il Comune non avesse dato attuazione alle indicazioni del TAR ed alle previsioni di legge in materia. Sul punto la decisione sgombra il campo da ogni polemica evidenziando che la variante urbanistica è pienamente rispettosa delle statuizioni precedenti, non lede i diritti dei cittadini, ed anzi consente un maggiore impulso dello sviluppo del territorio con un giusto equilibrio tra aspettative private ed esigenze di completamento dei servizi per la collettività.

 

 


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