
Le attese al pronto soccorso del Vito Fazzi sono una vera bolgia dantesca. Oggi la denuncia su Facebook di una donna, che devastata dai crampi allo stomaco, che le procuravano svenimenti, si è rivolta al nosocomio leccese. La sua serata per ottenere un semplice controllo gastroenterologico si è trasformata in un inferno.
Oltre 8 ore di attesa, “con un infermiere, che senza alcun controllo oggettivo, ti assegna un codice, a discrezione visiva, come una riffa”. Attese e disagi per una sanità che si prende l’80 per cento delle tasse sui pugliesi. Al Fazzi, mentre la signora era in attesa, un’altra stava male e si contorceva dai dolori, “ottenendo, nell’assoluta indifferenza”, un cestino per vomitarci dentro.
La testimonianza della signora è raccapricciante: probabilmente la mancanza di medici procura disservizi che trasformano il pronto soccorso del Fazzi in un inferno. Attendere 8 ore per una visita gastroenterologica, in effetti, è assurdo.
Ma c’è di più: dopo gli esami che non mettevano in luce nulla di grave, alla signora sarebbe stato consigliato di rivolgersi a un bravo gastroenterologo. Visite superficiali, tra chiamate e infermieri che entrano ed escono, radiografie refertate senza la supervisione di un medico, attese snervanti e tanto altro: le lamentele degli utenti del pronto soccorso leccese si affastellano ogni giorno su fb e la situazione non sembra facilmente superabile.
“Abbiamo rinforzato la prima linea del Fazzi, ma c’è ancora molto da fare- spiega il manager dell’Asl leccese Giovanni Gorgoni- Le ferie obbligate creano qualche disagio. Inoltre, i bandi per reperire medici nel 118 e nel pronto soccorso sono andati deserti.
Nulla di fatto nemmeno con la chiamata diretta”. I medici non vogliono lavorare sulle ambulanze e nel pronto soccorso: sanno che è un inferno in cui rischi anche la denuncia penale, sei esposto per 10 anni. Nelle situazioni di emergenza, nella velocità dell’intervento, si possono fare errori che si pagano per tutta la vita. Insomma, a Lecce c’è ancora molta strada da fare per dare un servizio dignitoso nelle emergenze, oltre ai medici da reperire.