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Inaugurazione anno giudiziario 2016. Intervento Avv. Salvatore Donadei, Presidente Camera Civile Salentina

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LECCE – Dopo i saluti alle Autorità ed Istituzioni Tutte, in modo particolare al neo Procuratore Generale dott. Giuseppe Maruccia, al quale va un grandissimo “in bocca al lupo” ed a Chi ci ospita – il Primo Presidente della Corte d’Appello dott. Marcello Dell’Anna –  mi piace esordire, in questo intervento, che sarà molto breve per comprensibili ragioni di protocollo, e per ciò solo neanche minimamente esaustivo del momento che viviamo come “Sistema-Giustizia” e, al suo interno, del rapporto fra Istituzioni ed Associazioni, con questo “passo” (“pensiero”) del Codice Deontologico degli Avvocati Europei del CCBE: “ In una società fondata sul rispetto della giustizia, l’avvocato riveste un ruolo speciale. Il suo ruolo non si limita al fedele adempimento di un mandato nell’ambito della legge. L’avvocato deve garantire il rispetto dello Stato di Diritto e gli interessi di coloro di cui deve difendere i diritti e le libertà; l’avvocato ha il dovere non solo di difendere la causa ma anche di essere il consigliere del proprio cliente. Il rispetto della funzione professionale dell’avvocato è una condizione essenziale di uno Stato di diritto e di una società democratica”.

Questo “rispetto”, perduto per alcuni anni (molto bui) anche a causa di interlocutorii (politici e non) nella migliore delle ipotesi “insensibili”, ma, più verosimilmente, quasi “sadicamente” assenti, appare, pervero, essere stato, in qualche misura ed in qualche modo, “recuperato” dall’attuale Ministro della Giustizia, al quale non può denegarsi, con la onestà intellettuale che sempre dovrebbe caratterizzare ogni forma di analisi e confronto, il merito di aver dato vita, con l’Avvocatura, ad un dialogo divenuto negli ultimi anni ormai misconosciuto, al quale partecipano attivamente le nostre rappresentanze nazionali – un particolare plauso in questa sede va all’attuale Presidente dell’U.N.C.C. avv. Laura Jannotta ma anche al suo predecessore avv. Renzo Menoni – dialogo che si rivela sempre più costruttivo ed efficace, laddove suggerimenti ed emendamenti giungono ai “tavoli” di PREPARAZIONE delle NORME, e NON, come spesso accadeva in passato, a norma ormai partorita! Suo anche l’intendimento, più volte annunciato in sedi istituzionali, di rafforzare la presenza degli avvocati nei Consigli Giudiziari…

E grazie a questa (nuova forma) di collaborazione il Governo, recependo un intervento proprio dell’Unione (Nazionale Camere Civili), ha introdotto, a decorrere dal presente anno, gli incentivi fiscali per la “TRASLATIO IUDICII” e la “NEGOZIAZIONE ASSISTITA”, con la consapevolezza, beninteso, che la misura dei relativi importi non basta, da sola, a far decollare i prefati istituti: è però un primo passo e, sopratutto, un chiaro esempio della diversa, e maggiore “considerazione” della tanto bistrattatissima Avvocatura da parte di un autorevole interlocutore politico-istituzionale!

(Volutamente) NON mi soffermerò sulle tante problematiche (peraltro già affrontate negli interventi che mi hanno preceduto), che vanno dal progetto di riforma sulla legge-delega del processo civile, che suscita forti perplessità sopratutto per quanto concerne il primo grado, ai vuoti in organico di magistrati e personale ausiliario (promesso reclutamento di oltre 1000 dipendenti da destinare agli uffici giudiziari, VEDREMO!), all’annosa questione dei magistrati onorari, alla modifica della “Legge Pinto”, che per ciò che attiene al processo civile sposta la responsabilità dell’accesso al risarcimento IN CAPO AGLI AVVOCATI, imponendo loro termini decadenziali in ragione del rito processuale prescelto, ai COSTI – ormai esorbitanti ed intollerabili – del Contributo Unificato, alle misure di forzata deflazione del contenzioso, rispetto ai quali vi è contrarietà, pressoché unanime, anche dei processualcivilisti italiani, allo SPAZIO “FISICO” da recuperarsi assolutamente nelle nostre aule di udienza, dove la situazione, AL COLLASSO, è sotto gli occhi di tutti, e da parte nostra non può che ESSERE DENUNCIATA in modo forte e chiaro, alle “SPECIALIZZAZIONI” delle SEZIONI dei nostri tribunali, improcrastinabilmente auspicabile, almeno come “tendenza” e sull’esempio di Presidi di Giustizia di altre città d’Italia (Milano docet), al “GIUSTO PROCESSO” per il quale, VALE LA PENA RICORDARLO (!), l’art. 111 Cost. e l’art. 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo NON impongono SOLO il rispetto della definizione del processo in termini ragionevoli, MA ALTRESI’ pienezza del contraddittorio e QUALITA’ del procedimento e della decisione!

Fra i tanti, ne siamo (ahinoi!) persuasi, il problema più grave per l’Avvocatura, quella CIVILE in particolare, crediamo sia dato proprio dagli…avvocati…! Intendiamo riferirci, evidentemente, al numero elevatissimo, ed ormai completamente “fuori controllo”, delle Toghe abilitate all’esercizio della professione (siam passati dai 50.000, sul territorio nazionale, di fine anni ’80, ai 100.000 di fine anni ’90, ai quasi 250.000 attuali!!!).

“TROPPI AVVOCATI”! è la frase tradita da molti anni, in ogni consesso forense e ad ogni analisi, più o meno credibile, dei problemi della “GIUSTIZIA”. Noi diciamo, neanche tanto sommessamente, che LE COLPE DEI PADRI (che sono reali e non leggere, accanto a tanti meriti indiscutibili) NON POSSONO CADERE SUI FIGLI, e che SI DOVREBBE FAR DIVENTARE QUESTO NUMERO UNA RISORSA! E a meno che non si voglia dare seguito al “LET’S KILL ALL LAWYERS” (Dobbiamo ammazzare tutti gli avvocati) dell’ENRICO VI di shakespeariana memoria, ed invece, per così dire, si preferisca percorrere soluzioni più pacifiche e meno… “sanguinolente”, si DEVONO CONCENTRARE GLI SFORZI sulle (nuove!?) MODALITA’ DI ACCESSO alla Professione.

Pressochè completamente assente sul punto, nodale, la (pur positiva ed in qualche maniera “storica”) Legge nr. 247 del 2012, meglio conosciuta dagli operatori come RIFORMA FORENSE, guardiamo con favorevole curiosità al progetto del Guardasigilli, melius re perpensa, annunciato in occasione del nostro Congresso nazionale di Ascoli Piceno, nello scorso mese di ottobre, per il quale, d’intesa col Ministero dell’Università, la via preferenziale per l’accesso alla professione forense potrebbe essere rappresentata, a partire dal corrente anno, dalla iniziale frequentazione di un ultimo anno del corso di laurea in giurisprudenza, a numero programmato, al quale poi si aggiungerebbe post laurea il periodo di pratica (una sorta di 4+1 basato su meccanismi selettivi per chi sceglie di intraprendere la professione dopo la laurea): una maniera per aggirare il divieto al numero chiuso che configgerebbe con la disciplina comunitaria (e che non sarebbe esclusivo ma renderebbe le alternative almeno tortuose), una soluzione che incontra il favore dell’Avvocatura se è vero, come è vero, che è proprio il “LIMITARE L’ACCESSO ALLA PROFESSIONE” ad essere considerato, da larghissima parte degli avvocati, il principale intervento necessario a frenare la caduta del fatturato degli studi (-44% nel 2015, secondo ricerca Censis commissionata da Cassa Forense).

ALTRE (possibili) SOLUZIONI: CULTURA dello STRAGIUDIZIALE, USCIRE DAL FASCICOLO QUOTIDIANO ed ENTRARE IN UN’OTTICA PIU’GRANDE, NUOVI CAMPI DI ATTIVITA’, RECUPERO O RIVALUTAZIONE di una certa DIMENSIONE INTELLETTUALE dell’AVVOCATO, “OUTSOURCING”…

CONCLUDO auspicando che gli Avvocati, in un momento che in verità dura da anni, durante il quale ESSI  hanno perduto la loro funzione “CONSISTENZIALE”, e nel quale, NON SOTTACIAMOLO (!), il Legislatore c’ha messo anche del suo nel creare PERICOLOSE, e CONTROPRODUCENTI, CONTRAPPOSIZIONI fra AVVOCATURA e MAGISTRATURA, abbiano, tanto a livello nazionale quanto, per ciò che più ci consta come Camera Civile Salentina,a livello localistico, la CAPACITA’, la VOGLIA, lo SLANCIO, l’ENTUSIASMO, l’ENERGIA, di andare OLTRE ogni FRAMMENTARIETA’ e “CAMPANILE”, e, FORTI e UNITI, affrontino, in stretta COLLABORAZIONE ISTITUZIONALE con la MAGISTRATURA, e mai in rapporto di “subordinazione” con nessuno, le tante battaglie che son chiamati ad affrontare, a cominciare da quella (già più volte ricordata) che riguarda l’ipotesi, concreta e vicina, della soppressione (anche) della nostra Corte d’Appello!

BUON ANNO GIUDIZIARIO ai Magistrati, agli Avvocati e, soprattutto, ai Cittadini!

GRAZIE!!!

 


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