“No alle trivelle, il Sud non è una pattumiera”, il vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, Vito Angiuli, fa sentire la sua voce, e d sinistra a destra sono tutti d’accordo.
“Spero che il grido di dolore della comunità salentina riesca a squarciare finalmente il muro dell’indifferenza che il governo ha alzato a Roma nei confronti della Puglia. Le parole di monsignor Vito Angiuli non si prestano ad interpretazioni: vi è la condanna totale per una pratica di ricerca del petrolio nei nostri mari che andrebbe a deturpare bellezza e paesaggio, valori fondamentali per il turismo pugliese, e su cui invece ostinatamente il governo nazionale continua imperterrito ad andare avanti”.
Lo dichiara il senatore Dario Stefàno commentando la posizione dei vescovi salentini sulle trivelle contenuta in un documento e ribadita ieri per voce di monsignor Vito Angiuli, vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, a radio Vaticana.
“Non possiamo accettare più – evidenza Stefàno – che il nostro territorio, come sostengono anche i nostri vescovi, venga trasformato in una pattumiera e che il nostro sistema economico ed il turismo siano compromessi per sempre, per scelte che nulla hanno a che fare con le strategie di sviluppo per la crescita dei nostri territori”.
“Bene dunque ha fatto il presidente Emiliano – conclude Stefàno- ad impugnare i decreti del governo, perché questo riaccende la speranza che la via di sviluppo scelta dalla Puglia sia rispettata. E pazienza se a farlo, come noi a questo punto speriamo, sarà la magistratura e non la politica”
Della stessa lunghezza d’onda sono le dichiarazioni del consigliere regionale di Oltre con Fitto, Erio Congedo:“Il Sud, con tutti i suoi problemi, non può diventare la pattumiera d’Italia”, l’appello del vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, mons. Vito Angiuli, è molto più di un grido di allarme: è un colpo alla stomaco per tutti coloro che hanno a cuore le sorti del nostro Mezzogiorno.
Per questo non posso che condividere l’azione amministrativa del presidente della Regione, Michele Emiliano, che ha impugnato i nove decreti del Governo con i quali ha autorizzato le ricerche e quindi dato il via libera alle trivellazioni nel nostro mare. Ma sono convinto, e lo sono molto di più dopo l’appello di mons. Angiuli, che occorre una sinergica e coordinata azione socio-politica trasversale. Una sollevazione popolare che faccia giungere il grido “NO TRIVELLE” della Puglia fino a Roma. Facciamo insieme e convintamente, senza bandiere e senza faziosità.
In questo, per la verità, molto può proprio il presidente Emiliano, che sicuramente ha più di tutti la possibilità di interloquire direttamente con il premier Matteo Renzi. Emiliano trovi il modo di ammonire il segretario nazionale del suo partito, il Pd, che la Puglia non può diventare la “Pattumiera d’Italia”. Renzi, dopo aver dimenticato dalla sua agenda il Mezzogiorno, non può ricordarsi della Puglia solo con opere e infrastrutture che danneggiano il nostro territorio vocato al Turismo. I “tanti problemi del Sud”, come sottolinea il vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, non possono essere risolti convocando in pieno agosto solo un’assemblea del Pd e solo per dare risposte all’appello di Roberto Saviano!
Il presidente Emiliano stia certo, in queste battaglie nell’interesse della Puglia ci troverà al suo fianco”.