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I grandi accusatori di Miccolis confermano in aula: “Vittime di un terrorismo psicologico”

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LECCE – “Vittime” di un terrorismo psicologico” per ammorbidire così il proprio atteggiamento di sindacalisti integerrimi”. I grandi accusatori dell’ex direttore amministrativo dell’Università del Salento Emilio Miccolis, confermano tutte le accuse nel corso di un’udienza fiume andata avanti per circa cinque ore. Dinanzi ai giudici della seconda sezione collegiale (Presidente Roberto Tanisi), si è svolto il contro esame del sindacalista della Uil Tiziano Margiotta condotto dalla difesa di Miccolis rappresentata dagli avvocati Daniele Montinaro e Viola Messa. Una delle due parti civili ha così ribadito di aver subito delle pressioni e nel contempo delle promesse se si fosse “comportato bene”. Le risposte sono state molto esaurienti. Perché Margiotta ha confermato di essere stato minacciato, di aver dovuto “accettare” un trasferimento in un altro ufficio dove non ha avuto più la possibilità di svolgere il suo incarico. Si sarebbe così “diviso” fra due sedi diverse. Una sorta di “terrorismo psicologico” così come è stato più volte ribadito in aula “se non fosse stato più morbido nel suo impegno di sindacalista”.

Subito dopo si è svolto l’esame e controesame del collega Dino De Pascalis. Il sindacalista ha confermato di aver avuto un incontro non appena Miccolis si è insediato. L’allora direttore lo avrebbe chiamato per comunicargli la sua intenzione di quererarlo perché De Pascalis, come membro del senato accademico e del consiglio di amministrazione, aveva fatto rilevare da subito che la figura di Miccolis, era molto chiacchierata. Sui giornali di Siena, infatti, erano stati pubblicati diversi articoli su un’inchiesta in cui Miccolis era accusato di peculato. Un intervento costato al sindacalista una querela per diffamazione. Nel corso del biennio 2010-2012 varie volte il direttore amministrativo avrebbe spinto De Pascalis ad avere un atteggiamento morbido sia come sindacalista che come funzionario dell’ufficio reclutamento nei concorsi. In questo modo Miccolis avrebbe ritirato la querela (nonostante il processo fosse stato ormai istruito garantendo che avrebbe anche provveduto a pagare le spese legali per l’avvocato). De Pascalis, però, non si sarebbe piegato a tali richieste. Così, nell’ottobre del 2012 da funzionario all’ufficio concorsi, il sindacalista sarebbe stato declassato a dipendente dell’Ufficio Funzioni risultando così l’unica persona non riconfermata all’interno dell’Università dopo il biennio. In sostanza, a dire di uno dei suoi accusatori, Miccolis avrebbe messo con le spalle al muro il sindacalista con una sorta di aut aut: “Devi passare dal libro nero al libro bianco perché altrimenti o passerai i guai o avrai una carriera d’oro”.

Subito dopo l’esame e contro esame il processo è stato rinviato al 4 maggio quando verranno sentiti due ufficiali di polizia giudiziaria che hanno condotto le indagini citati dal pm Paola Guglielmi, il consulente tecnico Luigina Quarta che ha fatto le trascrizioni delle intercettazioni e cinque testi di Margiotta. I due sindacalisti si sono costituiti parte civile nel procedimento assistiti dagli avvocati Benedetto Scippa e Marcello Petrelli.

F.Oli. 


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