TORRE SAN GIOVANNI Ugento – (Lecce) – Una sparatoria nel cuore della notte all’interno di un bar, poi la fuga, il sangue ed un ferito per terra. Proprio come in un noir. E per il responsabile di quella gambizzazione è arrivata la sentenza di condanna. Il gup Simona Panzera ha inflitto 7 anni ed 8 mesi di reclusione nei confronti di Francesco Romano, 33enne di Gemini (frazione di Ugento) per il ferimento del compaesano Vincenzo Coi, di 23 anni. La decisione del giudice non si è discostata dalla richiesta di 8 anni invocata il 26 ottobre scorso dal pubblico ministero Francesca Miglietta con le accuse di lesioni personali aggravate e detenzione di armi. La sparatoria (o meglio la gambizzazione come si dice nel milieu) si consumò nel bar “Otello” sul lungomare di Torre San Giovanni (nota marina di Ugento) il 14 settembre di due anni fa. Le sequenze del ferimento vennero immortalate dal sistema di videosorveglianza. Nel cuore della notte Romano irrompe nel bar a volto scoperto. Punta la pistola all’altezza delle gambe del “rivale” aprendo il fuoco. Dopo aver esploso quattro colpi di pistola Romano si allontana tra il terrore dei pochi clienti e dei proprietari. Coi viene trasportato presso l’ospedale di Tricase e sottoposto ad un intervento chirurgico. I carabinieri della Compagnia di Casarano, dopo un’indagine tanto veloce quanto risolutiva, bloccano Romano.
I controlli vengono estesi anche in casa dell’uomo dove i militari trovano pistole, munizioni e quasi un chilo di tritolo. Quando Romano varca la soglia del carcere è accusato di tentato omicidio. Successivamente, il Tribunale del Riesame riqualifica il reato in lesioni personali aggravate. Una vicenda oscura su cui le indagini non hanno mai definitivamente accertato l’effettivo movente nonostante il pubblico ministero abbia sempre precisato che la sparatoria si deve ricollegare a contrasti nella gestione di attività illecite. Imputato e vittima sono anche finiti a lungo sotto intercettazione ma le cimici non hanno mai fatto luce su questa rappresaglia firmata con il piombo. Dalle indagini, però, è emerso che le armi ritrovate in casa di Romano sarebbero state consegnate da un elemento già affiliato alla Sacra Corona Unita.
Sempre in abbreviato è stato condannato ad 8 mesi di reclusione (1 anno la richiesta del pm) Luigi Molle, 29enne di Tricase, accusato di favoreggiamento. Avrebbe cercato di nascondere agli inquirenti l’identità di Romano nonostante conoscesse il responsabile di quel ferimento. Molle e Romano erano difesi dagli avvocati Alberto Ghezzi ed Elvia Belmonte. La vittima, invece, non si era costituita parte civile.
F.Oli.