SQUINZANO (Lece) – La supplica di uno degli aggressori di non sparare prima di compiere la vendetta, accovacciato sotto il bancone di un bar implorando la grazia. La forza del branco si sgonfia davanti ad una pistola giocattolo e gli atteggiamenti da “spaccone” si frantumano facilmente prima di implodere in un rigurgito di inaudita violenza. Emergono retroscena pulp nell’inchiesta sulla sparatoria contro l’auto di un presunto ladro con a bordo la moglie incinta e i due figlioletti di soli 3 e 5 anni conclusa con l’arresto di quattro giovani. Il racconto è contenuto nel verbale di sommarie informazioni rilasciato dalla persona offesa.
Ecco i passaggi salienti. E’ la notte del 13 maggio di due anni fa. A.R., 26enne di Torchiarolo, viene “convocato” in un bar di Squinzano. Paolo Guadadiello, 28enne di Squinzano (uno dei quattro giovani arrestati), chiede spiegazioni al suo interlocutore su un furto che avrebbe compiuto in casa di un parente di Torchiarolo. A.R. rimane vago, si dice estraneo e di non sapere nulla. Il branco si scaglia contro di lui: non ci sono solo i quattro arrestati. Sulla scena compaiono anche altri ragazzi. Si muove fluttuante un branco e il bar si trasforma in un saloon. A.R riesce a mettersi in salvo raggiungendo la propria autovettura dove lo attende la moglie. Cerca di mettersi al riparo mentre gli aggressori sferrano una serie di calci sull’abitacolo. A.R. non si dà per vinto. Non vuole essere sopraffatto e decide di dare una lezione a quei ragazzi. Recupera una pistola giocattolo senza tappo rosso nascosta sotto il lato passeggero del sedile anteriore e la punta contro i giovani per spaventarli.
Effettivamente il branco si disperde. A.R. prende coraggio, insegue i suoi aggressori fin dentro un bar. Entra e trova nascosto sotto il bancone Alessio Fortunato al quale punta la pistola. Il 32enne di Squinzano diventa un “agnellino” dopo aver esibito i muscoli solo pochi minuti prima. Esclama: “Ti prego, non mi sparare”, non sapendo che l’arma era giocattolo e quindi innocua. A.R. riferisce testualmente: “A te ti lascio stare” per poi dirigersi di corsa verso la sua autovettura.
Dopo pochi minuti il gruppo consumerà la propria vendetta sparando contro la macchina dell’uomo sorpreso in compagnia della moglie e dei figlioletti. La donna rimarrà ferita. Sarà accompagnata al Perrino di Brindisi dove verrà operata d’urgenza per non pregiudicare la gravidanza. I bimbi, invece rimarranno miracolosamente illesi alla fine di una notte pulp consumata tra bar e strade del “malaSalento”. Intanto, nelle scorse ore il Tribunale del Riesame ha rigettato il ricorso per Paolo Guadadiello e Alessio Fortunato. Entrambi rimangono in carcere nonostante la difesa avesse puntato proprio sull’inattendibilità delle dichiarazioni della persona offesa.
F.Oli.