CAVALLINO – La vicenda del commissariamento del circolo cavallinese è diventata una questione provinciale e regionale. È probabile che in campo scenderà la commissione di garanzia provinciale guidata da Santoro. Possibile anche che entri in campo la commissione di garanzia regionale sul tesseramento, visto il periodo e la diatriba sui tesseramenti: in quest’ultimo caso sarebbe chiamato a decidere anche Abaterusso, che è uno dei tre componenti. Intanto, Salvatore Capone interviene di nuovo sulla vicenda per rispondere all’appello al dialogo lanciato da Vincenzo Toma, vice segretario provinciale Pd: «Converrai con me sulla irritualità di una prassi che costringe un parlamentare di questo territorio e un dirigente con funzioni apicali nella segreteria provinciale a doversi parlare per lettera tramite stampa piuttosto che nei luoghi deputati. Una modalità alquanto dannosa e paradossale che non mi appartiene per aver da sempre testardamente praticato, anche nella mia funzione di segretario, la ricerca di un confronto e di una condivisione all’interno del partito perché la differenza dei punti di vista e di analisi non dovesse automaticamente tradursi in frattura politica. In quella segreteria tu c’eri, e meglio di altri puoi testimoniare di un metodo che per me significa cura e salvaguardia di una comunità politica: la nostra».
Dopo la bacchettata per aver preteso il dibattito sui media, Salvatore Capone entra nel merito: «Entro dunque nel vivo della tua lettera: la mia analisi della vicenda “Cavallino” non è assolutamente dettata, e tu conoscendo il modo in cui ho operato dovresti ben saperlo e riconoscerlo per onestà mentale, dal mio essere amico di Roberto Serra. Non è questa la logica che mi appartiene e, politicamente, non ho mai diviso il mondo pd in “amici” e “nemici”. Lascio questa logica, con tutte le aberrazioni che ne seguono, faide incluse, ad altri. Questo non mi impedisce di cogliere quanto si è consumato intorno e su questa vicenda, a partire da una totale assenza di confronto interno. Un’assenza di confronto più e più volte lamentata da me, e non solo da me. E’ a questo che mi riferisco, non certo a “ritorsione” di altra natura, quando scrivo “fermiamoci finché siamo in tempo, altrimenti si potrebbe consumare un episodio gravissimo anche rispetto ad altre scadenze in altri territori”. Un appello che tu condividi, evidentemente, se rispondi: “sono d’accordo con te quando dici fermiamoci e discutiamo. Nella consapevolezza che le discussioni vanno fatte nel merito. Altrimenti questa vicenda non sarà altro che la scintilla che ci farà deflagrare definitivamente”. E’ esattamente quello che penso e che ho scritto (non potendo affermarlo a voce nei luoghi specifici e deputati poiché inesistenti) e dunque mi chiedo: dove sarebbe la mia mancanza di lucidità se tu stesso convieni con quanto chiedo?»
Il deputato Pd stigmatizza la mancanza di dialogo e la violazione dell’autonomia del circolo cavallinese. «Il punto, caro Vincenzo- continua la lettera – è di metodo e di merito. L’autonomia di un Circolo (ben oltre Roberto Serra, dunque) a norma di statuto è sacra. Un circolo si commissaria solo per gravissime responsabilità. Tra queste non rientra, mi pare, quella di esprimere un parere diverso dal Segretario provinciale o chi per lui. Può accadere, naturalmente, che relativamente ad una competizione elettorale Segreteria provinciale e Circolo possano avere in animo due schemi differenti. Può addirittura accadere che una Segreteria voglia provare la bontà di uno schema politico sul campo, leggi alleanze, “servendosi” di una scadenza elettorale e mettendo in atto una “ipotesi laboratorio”. Ma tutto questo, ne converrai, non può accadere né sconfessando la dignità e l’autonomia di un Circolo né mettendo alla gogna il suo Segretario, né tantomeno sacrificando la centralità del Partito nella costruzione della coalizione di centro sinistra o offuscando la riconoscibilità politica stessa della coalizione. Piuttosto, il compito è quello di accompagnare, non imporre, una azione politica anche al fine di maturare decisioni condivise».
Secondo Salvatore Capone, dunque, un listone unico, che includa anche Forza Italia, con una candidata storicamente di destra, farebbe perdere centralità al centrosinistra. «Questo è il nodo, ed è squisitamente politico. Se in modo del tutto naturale e, direi automatico, i luoghi della discussione e del confronto politico ci fossero stati, con all’ordine del giorno non solo le amministrative a Cavallino quanto piuttosto la strategia del partito in questa tornata di voto territoriale e a circa un anno dalla sfida che segnerà il futuro della città capoluogo, avremmo potuto risparmiare l’enfatizzazione mediatica, l’irrigidimento delle posizioni, la rissa e financo la connotazione caricaturale di un partito che non riuscirebbe a svincolarsi, ancora e purtroppo, dallo schema “amici-nemici”. Ho sempre considerato la dialettica delle posizioni linfa vitale per la qualità delle relazioni. Meglio e più di altri, tu sei il testimone di questa mia incrollabile fiducia verso il confronto, mai tradottosi in demonizzazione dell’avversario, interno o esterno che fosse. Dandoti atto del tuo impegno, per questo mi piace leggere la tua come un tentativo di ripensamento di quanto messo in campo finora. Dovrebbe logicamente seguire un tentativo di ricomposizione e di confronto tra tutti coloro che hanno responsabilità politiche evidenti e ruolo di dirigenza. La storia degli ultimi mesi mi dice che la logica e l’intelligenza politiche non hanno avuto la meglio, ma su questo sono disposto a ricredermi in presenza di atti concreti».