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Clik here to view.SANNICOLA (Lecce) – “Sono estremamente sereno in merito al reato contestatomi. La procedura espletata è coerente e conforme alla legge”. Puntualizza la propria posizione il sindaco di Sannicola Cosimo Piccione all’indomani della notizia di un’indagine in cui è indagato con altri tre esponenti dell’amministrazione per aver “trattenuto” le armi negli uffici comunali. “Tale denuncia oltre ad essere stata mal disposta”, dichiara il primo cittadino, “potrebbe essere frutto di prevalenti interessi personali e rivalse nei confronti dell’attuale maggioranza e non solo”. Il sindaco, poi, entra nel merito spiegando l’intera procedura che ha portato a custodire le armi ripercorrendo le varie tappe. “Con deliberazione del 30 giugno di un anno e mezzo fa, il Consiglio Comunale di Sannicola ha proceduto alla modifica dell’articolo 34 del Regolamento Comunale di Polizia Urbana, rimettendo ad apposito nuovo regolamento la dotazione, il trasporto, la custodia, l’impiego di armi e munizioni, il tipo delle stesse e la individuazione dei servizi da svolgere armati”. Prosegue il sindaco: “Inoltre veniva deliberato che in attesa della emanazione dell’atto, le armi in dotazione alla Polizia Urbana venissero custodite in cassaforte”.
Il 2 luglio sempre del 2014 il sindaco del Comune di Sannicola ha anche inviato una nota ai carabinieri di Gallipoli, al Prefetto di Lecce con cui chiedeva il deposito delle armi presso la caserma dei carabinieri di Sannicola. Con una successiva deliberazione la Giunta Municipale prese atto della necessità di provvedere alla custodia delle armi in un’armeria autorizzata. Il sindaco incaricava così il responsabile del 3° settore Architetto Giampaolo Miglietta (altro indagato) ad attivare la procedura di affidamento del servizio di custodia delle armi. L’11 maggio, l’Armeria Calabrese trasporta in comune le armi e le munizioni dopo che l’amministrazione non aderisce alle richieste finalizzate ad ottenere un improprio e anomalo aumento del canone di deposito. Quel giorno stesso il piccolo arsenale viene trasportato in un’armeria di Cellino San Marco. “Nelle vesti di sindaco”, precisa Piccione, “ho comunicato ai vari organi competenti che le armi erano state consegnate”.
La lunga ricostruzione non è fine a se stessa: “Dalla cadenza temporale dei fatti”, è il pensiero del sindaco, “emerge chiaramente che né il sottoscritto, né altri, si è reso responsabile del reato contestato”. Al riguardo la fascia tricolore evidenzia: “Appena ricevute le armi e le munizioni dall’armeria, l’11 maggio l’Architetto Miglietta ha provveduto a consegnarle ad un’altra armeria autorizzata deposito così come si evince dagli atti d’indagine”. Il sindaco spiega così perché le armi sono state depositate negli uffici comunali: “Sono state custodite in cassaforte per poche ore – il tempo necessario a consentire alla scorta armata di prelevarle”. “A ben vedere, quindi, non vi è stata alcuna detenzione illegittima di armi presso il Comune di Sannicola, e, in ogni caso” puntualizza Piccione, “viene meno l’elemento psicologico del reato contestato che consiste nella coscienza e volontà di avere a disposizione materialmente quelle armi senza averne fatto denuncia”. Infine il sindaco si augura che la vicenda si concluda in una bolla di sapone: “Con estrema tranquillità e certo della estraneità di tutti i soggetti coinvolti ai fatti contestati, anche alla luce dei documenti prodotti dalla propria difesa, mi auguro, quanto prima, che la magistratura proceda al definitivo chiarimento di quanto accaduto”.
F.Oli.