LECCE – E’ finito un vero e proprio incubo per i due ingegneri leccesi Alessandro Donateo e Luca Contursi, rispettivamente di 45 e 43 anni, finiti ai domiciliari nel dicembre del 2011 nell’indagine ribattezzata “Provider” su un giro di scommesse sull’asse Sicilia-Malta. La Corte d’appello di Messina ha messo il sigillo sul procedimento confermando la sentenza di assoluzione per i due ingegneri così come aveva già deciso in abbreviato il gup del capoluogo siciliano. I giudici hanno aderito in pieno alla tesi della difesa rappresentata dagli avvocati Andrea Starace (per Donadeo) e Riccardo Giannuzzi (per conto di Contursi). E’ stata dimostrata l’assoluta estraneità dei due ingegneri che si sarebbero limitati ad eseguire un lavoro tecnico sui computer senza sapere nulla delle illecite “attività architettate” da un casinò di Malta con un’organizzazione mafiosa con base in Sicilia per bypassare la normativa in merito al gioco d’azzardo.
E’ stato lo stesso procuratore generale (che era l’unico a poter impugnare l’assoluzione in Cassazione) a chiedere la conferma della sentenza di primo grado per i due indagati rigettando così l’appello presentato dal pubblico ministero titolare del fascicolo d’indagine. I due ingegneri sono stati assolti dall’accusa di associazione a delinquere con la formula perché il fatto non costituisce e dal concorso in gioco d’azzardo perché il fatto non sussiste.
Eppure nel dicembre del 2011 i due stimati professionisti erano stati anche raggiunti da una misura cautelare dei domiciliari. Solo dopo qualche giorno tornarono in libertà. Per questa vicenda giudiziaria venne anche aperto un procedimento disciplinare. In attesa del deposito delle motivazioni gli avvocati stanno valutando l’ipotesi di chiedere un risarcimento danni per ingiusta detenzione. Per il momento, però, la parentesi giudiziaria si è conclusa positivamente.
F.Oli.