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Salvemini: “Sono stati abbattuti più ulivi l’anno precedente all’intervento di Silletti”

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salvemini-Lecce-Citta-PubblicaLECCE – Il consigliere di Lecce Bene Pubblico, Carlo Salvemini, interviene sulla vicenda Xylella cogliendo l’occasione dell’editoriale in prima pagina sul Corriere della Sera a firma di Paolo Mieli, fortemente critico nei confronti dell’indagine in corso. Ieri, la visita del Presidente Emiliano alla Procura di Lecce, a ribadire il sostegno garantito dalla regione agli inquirenti, in un’inchiesta che vede tra gli indagati dirigenti e funzionari dell’ente. “Non è superfluo ricordare che siamo in piena fase istruttoria – spiega Salvemini – nonostante il provvedimento di sequestro degli ulivi richiesto dai pubblici ministeri e convalidato dal GIP. Bisogna attendere la conclusione delle indagini per sapere se verranno formalizzate richieste di rinvio a giudizio e se verranno confermate le gravi ipotesi di reato contestate. E poi, eventualmente, la conclusione del processo”.

Il consigliere comunale, quindi, sottolinea che “non esiste al momento nessuna verità processuale. Né tanto meno una verità scientifica che si è affermata su tutte le altre: quella dei periti di parte della Procura – sul quale s’è fondata la decisione di sequestrare gli ulivi – non ha sconfessato il lavoro svolto dai funzionari e dirigenti dell’Osservatorio Fitosanitario regionale e nazionale, dei docenti dell’Università di Bari, del CNR, dello IAM. Se non nella valutazione della Procura che rappresenta la pubblica accusa e non il giudice terzo”. “Del resto – continua –  leggendo le 58 pagine della richiesta di sequestro della Procura si coglie prudenza nella parole degli stessi consulenti tecnici: “potremmo supporre che”, “se questo fosse effettivamente vero (ma è da dimostrare)”, “ci potrebbero essere state” “le ipotesi potrebbero essere queste e altre ancora” sono tutte espressioni che non bocciano il lavoro svolto dagli scienziati chiamati a studiare il fenomeno xylella, ma che evidenziano semmai la provvisorietà della ricerca in corso”.

Insomma, Salvemini invita alla prudenza e a non fare i manichei. “Senza voler entrare nel merito della indagine e sottraendomi a questo clima di contrapposizione polemica a volte inspiegabilmente accesa (e dannosa) tra “nemici dell’ulivo” e “nemici della scienza” voglio soffermarmi su un punto che considero decisivo per risalire alle ragioni della drammatizzazione delle decisioni prese dalla struttura commissariale presieduto da Silletti: la denuncia di una strategia di smantellamento/ devastazione/desertificazione della foresta di ulivi nel Salento – contenuta negli esposti – e l’attentato alla tutela del paesaggio – contenuta nei provvedimenti di procura e GIP. A mio avviso ricorrere ai numeri – come spesso accade – è fondamentale per trovare conferma o meno a quanto viene percepito come dato di realtà. Mi sono incuriosito e ho cercato e trovato da fonti ufficiali – interrogando banche dati e acquisendo documenti – quelli che sono i dati fondamentali per fotografare quanto accaduto in questi due anni: il numero delle piante di ulivo presenti a Lecce e Brindisi; il numero di quelle già abbattute; il numero di quelle che si sarebbero dovuto abbattere in applicazione del piano Siletti. E vedere quante sono sul totale per trovare conferma dello smantellamento/devastazione/desertificazione.

imageGli ulivi nelle due provincie sono oltre 20 milioni; quelli eradicati ad oggi e quelli per i quali era prevista eradicazione (ora bloccata) oltre 18.000: pari allo 0.09% del totale! Troppo poco a me pare per paventare un attentato. Un numero oltretutto inferiore a quello che invece si riferisce al totale delle piante sradicate nel 2014 sempre a Lecce e Brindisi (ultima colonna del prospetto che viene illustrato sulla pagina facebook di Salvemini) e autorizzate ai sensi della legge per istanze di parte motivate (pubblica utilità concessioni edilizie, miglioramenti fondiari, riconversione colturale, improduttività)”.

“Io penso che se partissimo da questa fotografia molte delle tensioni in corso si potrebbe stemperare – conclude –  non sono questi i numeri – a me pare – di una strategia di assalto alle nostre campagne. Certo c’è da essere vigili e attenti al rispetto delle norme che tutelano il paesaggio e il valore dei nostri ulivi secolari (come tra l’altro previsto da una legge regionale). Ma senza scivolare nella psicosi di un attentato al nostro territorio che nei fatti non c’è. Che crea smarrimento nella comunità. A meno di non voler sostenere che nel 2014 c’è stata una strage silenziosa degli ulivi (avvenuta ai sensi della legge per attività ordinarie e totalmente estranea all’infezione della xylella) della quale noi non ci siamo mai colpevolmente accorti. Perché alla fine i numeri questo ci dicono: il numero di ulivi da abbattere previsto dal piano Silletti a protezione delle piante sane è inferiore a quelli abbattuti per ragioni totalmente estranee al diffondersi del patogeno. I numeri che non sono di parte ci rassicurano: chi attenta al nostro patrimonio di ulivi non è il piano di contenimento della xylella”.


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