Assolti in primo grado sei medici dell’ospedale di Casarano vengono condannati in Appello. La Corte ha disposto infatti un risarcimento danni (da quantificarsi in sede civile) per i familiari di Bruno Sticchi, 46enne originario di Supersano, deceduto anni fa per una tromboembolia polmonare. La sentenza è stata emessa dal collegio presieduto dal giudice Vincenzo Scardia. Il processo di secondo grado è stato istruito sulla scorta di un doppio appello: dell’avvocato di parte civile Francesco Accoto e del sostituto procuratore generale Nicola D’Amato. L’accusa di omicidio colposo era contesta a Cesare Cavalera, 64enne di Casarano, Renato Borrelli, 56 anni, di Lecce, Donato Bacca, di 63, di Casarano, Antonio Metrangolo, 51enne di Tricase e Roberta Renni, di 44, di Maglie.
Secondo l’accusa, i sanitari, in servizio presso il reparto di medicina, avrebbero “concorso nel decesso del 46enne” perché non avrebbero predisposto un approfondimento clinico e strumentale nonostante il paziente accusasse uno stato febbrile e difficoltà respiratorie. Nel corso delle indagini, l’allora gip Antonio Del Coco dispose anche una perizia medico-legale che evidenziò presunte negligenze del personale medico. Per gli imputati erano stati nominati il medico legale Alberto Tortorella e Raffaele Potì, allora primario del reparto di medicina del “Fazzi”. La parte civile, invece, si era affidato ai medici Vincenzo Garzia e Franco Magliari. Nel collegio difensivo, tra gli altri, gli avvocati Giuseppe e Pasquale Corleto, Pietro Nicolardi e Vincenzo Vergine.
F.Oli.