LECCE – Domenica 10 gennaio (dalle 9.30 alle 12.30) nella Masseria della Riserva Naturale dello Stato Oasi WWF Le Cesine torna l’appuntamento mensile con il mercatino della Comunità del cibo sostenibile “Le Cesine”, nata dalla collaborazione di cinque produttori di Vernole, Melendugno, Lizzanello e Lecce.
L’Oasi WWF Le Cesine, di 380 ettari, è un ambiente umido tra i più conservati e importanti dell’Italia meridionale, ultimo superstite della vasta zona paludosa e boscosa che si estendeva da Brindisi ad Otranto. Si trova lungo una delle principali rotte migratorie e ospita numerosissimi uccelli acquatici. Le aziende coinvolte nella Comunità e nel mercatino sono: Le Sarei di Melendugno, che nasce dal desiderio di portare avanti l’antica tradizione casearia di famiglia, con giuncate, ricotta, pecorino e marzotica; Masseria Fossa di Lecce, situata su una piccola altura rocciosa a pochi chilometri da Lecce, dal mare e dal borgo fortificato di Acaja e ospita anche il Centro Ippico I-qe-ja. Qui Giacomo e Michela producono olio, olive, miele e formaggi; Azienda Agricola Raffaele Linciano di Lizzanello, che coltiva e vende grano, cereali ma soprattutto verdure e ortaggi; l’azienda agricola zootecnica Li Scucchi di Lizzanello con una produzione di “uova da bere”, cereali e formaggi, grazie al latte delle proprie mucche; Azienda Agricola Toseo di Pisignano, specializzata nella coltivazione dell’aglio.
La nuova comunità del cibo entra a far parte della rete Terra Madre, un progetto concepito da Slow Food, frutto del suo percorso di crescita, e che oggi ha il suo fulcro nella convinzione che “mangiare è un atto agricolo e produrre è un atto gastronomico”. Da sempre Slow Food si è schierato per i difendere il piacere della tavola e il buon cibo e ha protetto le culture locali di fronte alla crescente omogeneizzazione imposta dalle moderne logiche di produzione, distribuzione ed economia di scala. Ed è proprio seguendo fino in fondo queste logiche che Slow Food si è reso conto di quanto fosse necessario proteggere e sostenere i piccoli produttori, ma anche cambiare il sistema che li danneggia, mettendo insieme gli attori che hanno potere decisionale. Così è nata Terra Madre: per dare voce e visibilità ai contadini, pescatori, allevatori, trasformatori, piccoli produttori; per accrescere, fra i produttori stessi e nell’opinione pubblica, la consapevolezza di quanto è prezioso il loro lavoro; per dotare i produttori degli strumenti per lavorare in condizioni migliori. Per queste ragioni, è stato fondamentale stimolare la nascita di una rete mondiale che disponga di strumenti di condivisione delle informazioni e che mostri al mondo che un altro sistema di produzione è possibile. La rete di Terra Madre è stata lanciata nella riunione inaugurale del 2004 a Torino. Fin da subito, però, questa rete libera, mossa dall’esercizio di un’intelligenza meno logica, ma più umana, ha portato Slow Food anche dove prima non era presente, come in molti paesi africani, latinoamericani e asiatici, dove l’associazione non sarebbe mai arrivata, mentre oggi è presente a pieno titolo.
Inoltre sono ancora disponibili alcuni posti per il Master of Food dedicato al Caffè, organizzato da Slow Food Lecce, che si terrà venerdì 15 (dalle 20.15) e domenica 17 gennaio (dalle 9.15) nelle sale del Distretto agroalimentare di qualità Jonico-Salentino in Piazzetta Panzera a Lecce. Un’esperienza di approfondimento culturale, su una bevanda che caratterizza il costume e la cultura gastronomica degli italiani, a cura di Alfredo Orlando, relatore Slow Food, che guiderà i venti partecipanti alla scoperta dei segreti di questa bevanda, approfondendo anche gli aspetti organolettici. Il Master è diviso in due lezioni: quella serale di venerdì sarà incentrata sugli aspetti teorici, mentre quella mattutina di domenica sarà dedicata alla degustazione guidata.
In termini quantitativi l’Italia è il terzo consumatore di caffè dell’Unione Europea, ma chi di noi sa come è fatta una pianta di caffè o conosce il luogo d’origine di ciò che sta bevendo? Quanti di noi sanno come e dove vive chi lo coltiva, lo raccoglie e lo trasforma? L’ambizioso progetto del Presidio Slow Food del caffè mira esattamente a colmare questo vuoto informativo tra produttore e consumatore, includendo una figura chiave della filiera: i torrefattori. Si tratta, infatti, di un progetto culturale e sociale di grande valore finalizzato ad aumentare la consapevolezza intorno al caffè con l’obiettivo ultimo di migliorare le condizioni di vita dei produttori dei Presidi. Il corso – che include le degustazioni ed il materiale didattico utile alle lezioni – ha un costo di 40 euro per i soci Slow Food (eventuale costo tessera 25 euro per gli over 30 e 10 euro per gli under 30). Posti limitati con prenotazione obbligatoria entro l’11 gennaio. Info e iscrizioni 3476758177– slowfoodlecce@gmail.com.
Slow Food è un’associazione non-profit che conta 100.000 membri in 150 paesi del mondo. Fondata da Carlin Petrini nel 1986, si pone l’obbiettivo di promuovere nel mondo il cibo buono, pulito e giusto. Buono da mangiare, per le sue qualità organolettiche, ma anche per i valori identitari e affettivi che si porta dietro. Pulito perché prodotto in modo ecosostenibile e rispettoso dell’ambiente. Giusto perché conforme all’equità sociale durante la produzione e la commercializzazione.
La sede di Slow Food Lecce è ospitata all’interno del Crap (Centro Residenziale di Assistenza Psichiatrica) dove vivono ben 14 persone che hanno costantemente bisogno delle cure del dottor Sergio Longo (Psichiatra e coordinatore del progetto) e del suo staff. La condotta, in collaborazione con ASL Lecce, partecipa al progetto Ortoporto che prevede la riqualificazione dell’area verde adiacente al Crap – Villa Libertini e la sua riconversione in un orto per l’autoconsumo interno e per l’eventuale commericializzazione di prodotti biologici.