COPERTINO-NARDO’ (Lecce) – Ha scelto di essere giudicato in abbreviato Jacopo Lorusso, il 33enne di Bari, che, la notte tra il 19 e il 20 settembre scorsi, tamponò e uccise Giorgio Sabato e Alessandro Furio, i due 16enni residenti a Nardò e Copertino. La richiesta è stata depositata dall’avvocato difensore Michele Colaleo nella cancelleria del gip Vincenzo Brancato che ora dovrà fissare la data dell’udienza. La scelta del rito alternativo (consente uno sconto di un terzo della pena) è arrivata a poche ore di distanza dall’emissione del decreto di giudizio immediato a firma del gip. L’inizio dell’istruttoria era stato fissato per il 22 gennaio dinanzi al giudice Todaro. Ma non si andrà a dibattimento. Dagli accertamenti è emerso che Lorusso così come scrive il pm nella sua richiesta di giudizio immediato “viaggiava ad una velocità non inferiore a 114-119 km/h a fronte di un limite massimo di 90 km/h e comunque non adeguata alle condizioni di tempo e di luogo con le aggravanti di aver commesso il fatto essendo alla guida in uno stato di intossicazione da cocaina e con un tasso alcolemico pari all’1,1 g per litro”. Da qui la contestazione di duplice omicidio colposo aggravato.
Era sabato notte. La tragedia si verificò sulla Melendugno-Torre dell’Orso. Era l’ultimo weekend d’estate e la temperatura era ancora gradevole. I due giovani viaggiavano a bordo di un Gilera 50 guidato da Giorgio. Non erano soli i ragazzi. Si trovavano in compagnia di altri due amici di Nardò in sella ad un Malaguti 50. La comitiva rientrava dopo aver partecipato ad una festa privata. Procedevano verso il mare quando, all’altezza dell’acceso per il borgo medievale di Roca Nuova, i due minori vennero tamponati. Sabato morì sul colpo mentre il cuore di Furio cessò di battere alcune ore dopo in ospedale. Gli altri due amici, un 18enne e un 19enne neretini, vennero urtati di striscio. Se la cavarono solo con qualche graffio.
Lorusso finì in manette con l’accusa di duplice omicidio colposo aggravato. Nel corso dell’udienza di convalida,il 33enne raccontò di aver partecipato ad un evento musicale a Melendugno, di aver bevuto due birre e di essersi messo al volante per raggiungere la villa della zia a Torre dell’Orso dove alloggiava da qualche giorno dopo aver lavorato come animatore in un villaggio turistico della zona. Poi dichiarò anche di aver avvertito un malore finendo contro il ciclomotore dopo essere rimasto abbagliato dai fari di un’auto che procedeva in direzione contraria alla sua.
A fine udienza, il giovane ottenne i domiciliari con un provvedimento a firma del giudice per le indagini preliminari Carlo Cazzella. Il gip ritenne l’attenuazione della misura “adeguata alla gravità del reato”. Una decisione che la Procura non ha poi impugnato. In questi mesi l’ingegnere Lelly Napoli ha eseguito una consulenza sul tratto di strada in cui si consumò la tragedia ricostruendo la dinamica con rilievi segnaletici, descrittivi e fotografici. Le famiglie dei due ragazzini sono assistite dagli avvocati David Dell’Atti, Antonio Romanello e Francesco Cazzato che hanno già annunciato di volersi costituire parte civile.
F.Oli.