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Corteo dopo il derby “combine” con il Bari, 39 tifosi giallorossi sotto processo

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salvezza_2011LECCE – Trentanove tifosi del Lecce finiscono sotto processo per il corteo subito dopo la vittoria nel derby di serie A contro il Bari del 15 maggio 2011. Il procuratore aggiunto Ennio Cillo ha emesso il decreto di citazione a giudizio. Il processo si aprirà il prossimo 9 marzo dinanzi al giudice della seconda sezione collegiale. L’accusa contestata è quella di manifestazione non autorizzata. Nessuna udienza preliminare. Si va direttamente in aula.

L’indagine venne a galla nel dicembre di due anni fa quando un verbale di identificazione di persona sottoposta a indagini fu notificato a 42 tifosi. Con i successivi accertamenti la posizione di tre sostenitori di fede giallorossa è stata stralciata. Finirà così in un’aula di tribunale la “sbornia” di gioia per una storica salvezza ottenuta sul campo degli acerrimi rivali. Quel derby, però, in breve, riempì pagine e pagine di cronaca per la presunta combine con i cugini biancorossi culminata un anno dopo con la retrocessione del Lecce in Lega.

Eppure sul campo, sugli spalti e nelle vie cittadine quel giorno un intero popolo festeggiò forse come non mai la squadra simbolo di un intero territorio. I giallorossi passarono in vantaggio all’inizio del secondo tempo con un gol di Jeda per poi arrotondare il punteggio con l’ormai celeberrimo autogol di Masiello. Nello spicchio del “San Nicola” esplose la festa dei circa mille tifosi giallorossi presenti.

A Lecce, invece, in pochi minuti la gioia di aver conquistato la salvezza sul campo dei cugini si riversò rapidamente per le strade della città con un corteo partito da Porta Napoli. Il carosello si riversò in piazza “Sant’Oronzo” dove migliaia di tifosi “occuparono” festosamente l’anfiteatro romano. La “sbornia” per i festeggiamenti andò avanti fino a tarda ora quando il pullman dei giocatori del Lecce arrivò in città. Quel momento di gioia collettiva, però, dopo pochi mesi diventò l’inizio di un’agonia con la retrocessione prima sul campo (dalla serie A alla serie B) e poi in Lega Pro sancita dagli organi federali per l’illecito sportivo contestato a Rico Semeraro.

F.Oli.


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