PARABITA (Lecce) – Si sono conclusi questa mattina gli interrogatori di garanzia delle 22 persone arrestate nell’ambito dell’operazione “Coltura” a Parabita. E’ stato sentito Lorenzo Mazzotta, 45enne di Collepesso, infermiere dell’Asl di Lecce che avrebbe proceduto a cambiare i campioni urinari per far ottenere il recupero della patente a Marco Giannelli con una ricompensa di 1000 euro. Assistito dagli avvocati Mariangela Calò ed Elvia Belmonte, l’infermiere ha fornito una propria spiegazione dei fatti ricostruendo l’accaduto in maniera del tutto differente.
Sono stati interrogati anche Marco Seclì, 31enne di Parabita, che, secondo l’accusa, avrebbe provveduto allo spaccio di droghe leggere versando una parte dei proventi al sodalizio e provvedendo al sostentamento in carcere di Donato Mercuri. Il giovane, assistito dall’avvocato Luca Laterza, ha negato ogni addebito respingendo con fermezza di aver fatto parte di un gruppo associativo e chiarendo il contenuto di un’intercettazione in cui compare il nome Marco. Anche Federico Fracasso, 30enne di Parabita, ha respinto le accuse. Secondo le indagini del Ros, così come Seclì, avrebbe provveduto allo spaccio di droga sostenendo le spese del detenuto Donato Mercuri. Assistito dall’avvocato Pietro Ripa, il giovane ha ammesso di conoscere i presunti sodali della consorteria per questioni di amicizia ma di non aver mai preso parte a qualsiasi attività illecita. Già nei prossimi giorni il suo legale presenterà istanza di scarcerazione al gip.
F.Oli.