GALLIPOLI (Lecce) – Fuoco agli ulivi per spazzare via qualisiasi prova delle sperimentazioni non autorizzate di pesticidi. E’ uno dei retroscena più inquietanti emersi nel corso delle indagini. Un aspetto sul quale gli agenti del Nipaf di Lecce intendono avviare ulteriori accertamenti. Scrivono i pubblici ministeri Roberta Licci ed Elsa Valeria Mignone nel decreto di sequestro preventivo: “Si ritiene che l’incendio degli alberi sui quali, second le informazioni assunte, sarebbero avvenute le sperimentazioni legate alla “Lebbra dell’olivo”, ovvero da quanto emerso ultimamente, le prove in campo del Roundup Platinum della Monsanto, sia di natura dolosa con finalità di eliminare ogni possibile traccia di quanto fatto sugli alberi”. A corroborare questa ipotesi è stato lo scenario che si è presentato agli occhi degli investigatori durante il sopralluogo del 13 ottobre scorso in località Raho, a Gallipoli, lungo la statale. Un testimone aveva dichiarato di aver notato tra il 2009 e il 2010 la presenza di cartelli bianchi attaccati ai tronchi e riportanti la dicitura “campo sperimentale”.
Non tutte le piante sono state interessate dalle fiamme “nonostante l’inter zona, durate il sopralluogo del 2 giugno, si presentava completamente abbandonata con erba secca alta e infestante ovunque. Da ulteriori accertamenti è emerso che l’incendio si sarebbe sviluppato tra il 4 e il 5 giugno, due o tre giorni dopo il sopralluogo”. Benchè i proprietari del fondo abbiano negato lo svolgimento d qualsiasi test in passato, il terreno coincide con quello indicato da due persone diverse come oggetto di sperimentazioni. Lo stesso copione si è ripetuto in una campagna, sempre nei paraggi, appartenente ad un’altra signora: dopo i sintomi di disseccamento comparsi nel 2011 si sono verificati due incendi, il secondo nel maggio di un anno fa “avvenuto in circostanze anomale in quanto gli alberi erano stati incendiati anche singolarmente all’interno dell’oliveto”. Si tratta di indizi macroscopici.
Per la Procura, infatti, hanno un ruolo cruciale i campi sperimentali avviati tra il 2010 e il 2012 fra Gallipoli e Alezio per testare fitofarmici non autorizzati e impiegati in deroga per combattere la lebbra, oltre che per il diserbo degli oliveti. I pesticidi sarebbero Insigna di Basf e Roundup Platinum di Monsanto. Secondo i pm, è possibile che il loro uso prolungato “abbia scatenato l’esplosione della sintomatologia”.
Fra.Oli.