NARDO’ (Lecce) – Rimane ai domiciliari con la possibilità di lasciare il proprio domicilio per un’ora al giorno e svolgere così le attività di stretta necessità. Si è svolta nelle scorse ore l’udienza di convalida di Franco Lega, 54 anni, di Nardò, arrestato giovedì pomeriggio con l’accusa di tentata estorsione aggravata e minaccia ai danni di una funzionaria del Comune impiegata presso l’ufficio del Servizi sociali. Alla presenza del proprio avvocato Anna Pecora, l’uomo ha fornito una versione prevedibilmente differente rispetto alla ricostruzione dai carabinieri della locale stazione. Al gip ha raccontato di aver raggiunto l’ufficio dei Servizi sociali per reclamare il ripristino dell’allaccio energetico fuori uso da ormai dieci giorni. Nella concitazione del momento avrebbe estratto dalle tasche le bollette facendo cadere un coltellino (e non un coltello da 18 centimetri) che aveva con sé casualmente. Lega si sarebbe così trovato il punteruolo tra le mani sbattendo i pugni sul tavolo in un momento di ira incontrollabile. Il gip Michele Toriello ha convalidato l’arresto e ha disposto gli arresti domiciliari concedendo un’ora al giorno a Lega per svolgere le proprie mansioni quotidiane.
L’arresto è stato eseguito giovedì pomeriggio. L’uomo piomba nell’ufficio completamente fuori di sé sventolando una bolletta dell’energia elettrica di circa 500 euro. La funzionaria cerca di calmarlo. Lega, però, inveisce e pretende il pagamento della bolletta. Al rifiuto dell’impiegata Lega estrae dalla tasca dei pantaloni un coltello di 18 centimetri. Lo agita in aria per poi infilzarlo sul legno di una scrivania. Bloccato viene arrestato e confinato ai domiciliari. La storia di vita di Lega sembra partorita dalla pena di qualche scrittore. Ad agosto l’uomo è stato colpito da un grave problema di salute. Da allora versa in una situazione economica assai disagiata in attesa di una pensione. Vive da solo e in questi giorni è rimasto al freddo e senza illuminazione. Una situazione che lo avrebbe spinto al gesto disperato. L’uomo occupa un’abitazione comunale e proprio i sevizi sociali, sia pur parte offesa nel caso in questione, si stanno attivando per risolvere il problema dell’utenza disattivata.
F.Oli.