LECCE – Ascensori in tilt per l’ennesima volta nel Tribunale penale. Ed ora si corre ai ripari. I mezzi rimarranno fermi per dieci giorni per consentire ad una squadra di tecnici di ripristinare il regolare funzionamento attraverso un servizio di manutenzione straordinaria. I disagi hanno ormai raggiunto un punto di non ritorno e i vertici del Tribunale hanno così inteso risolvere definitivamente il problema per porre fine ad un’emergenza ormai cronica. Solo poche settimane fa il Presidente del Tribunale Francesco Giardino aveva annunciato il blocco dell’attività se la situazione di emergenza si fosse ripresentata. E puntualmente le macchine sono andate in tilt. Entrambe lasciando tutti a terra. Proprio come nella giornata di oggi quando dipendenti, cancellieri, avvocati, giudici e utenti hanno dovuto sobbarcarsi uno sforzo in più durante la propria giornata lavorativa affrontando scalini su scalini per raggiungere gli uffici.
Con particolare disagio per gli addetti più anziani e per i tanti dipendenti, che fascicoli in mano, si sono dovuti sobbarcare un continuo sali e scendi. In particolare per chi doveva raggiungere il quinto piano dove oggi tre gup (Carlo Cazzella, Cinzia Vergine e Giovanni Gallo) avevano udienze già calendarizzate si è rivelato un autentico tour de force arrivare in orario dopo una prevedibile sosta per riprendere fiato. Alcuni avvocati hanno persino rinunciato ad essere presenti in aula. Come l’avvocato Vincenzo Venneri bloccato al piano terra per problemi fisici e impossibilitato a raggiungere il quinto piano nonostante dovesse presenziare ad un delicato processo.
Anche altri utenti sono rimasti bloccati. Un imputato in carrozzella è stato costretto a fare dietrofront e ritornare a casa nonostante avesse l’urgenza di controllare un documento in una cancelleria al terzo piano. Prevedibilmente i disagi sono scaglionati. Per dipendenti e magistrati che hanno i propri uffici al primo e al secondo piano i disagi sono contenuti. Ma salendo di piano le problematiche aumentano fino a diventare vere e proprie emergenze per chi lavora al sesto piano. Inoltre, diversi cancellieri hanno dovuto fare la spola più e più volte tra aule penale diverse dopo continui sali e scendi.
“Non se ne può più”, “siamo stanchi”, “non si può continuare a lavorare in questo modo”, sono stati i commenti più gettonati di dipendenti esasperati che si lasciavano andare ad imprecazioni ad alta voce. C’è chi, invece, per allentare la tensione l’ha messa sul faceto commentando come questi sali e scendi siano propedeutici per gli imminenti banchetti natalizi. Una situazione grottesca se non si parlasse di una struttura pubblica e che dovrebbe rappresentare il fiore all’occhiello dell’efficienza. E invece, già da tempo, il Tribunale di viale De Pietro è ormai un colabrodo.
Francesco Oliva