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Xylella, ricominceranno a lavorare domani i vivaisti di barbatelle

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barbatellaSALENTO – Ricominceranno a lavorare domani i vivaisti delle barbatelle della provincia di Lecce, dopo lo stop forzato imposto da maggio dall’Unione Europea, che ha inserito le talee di vite tra le piante ospiti della xylella fastidiosa, vietandone la commercializzazione.

In attesa che il Comitato fitosanitario UE ufficializzi la decisione presa il 23 novembre – che ha di fatto sospeso l’embargo delle barbatelle – le aziende che producono le viti effettueranno i lavori preliminari alla ripresa della commercializzazione, ovvero l’espianto e lo stoccaggio.

Saranno quindi riassunti i dipendenti che hanno lavorato negli anni scorsi e i cui contratti finora erano rimasti in sospeso. Lo stop alla vendita delle barbatelle prodotte in provincia di Lecce aveva messo a rischio il futuro di una settantina di vivai e di circa 700 lavoratori e determinato vibranti proteste, culminate nella grande manifestazione del 21 ottobre sotto la Prefettura di Lecce.

Il ministero delle Politiche Agricole proprio ad ottobre, aveva portato all’Unione Europea i risultati di studi sulle viti effettuati dal Cnr e dall’Universitò di Bari, al fine di dimostrare che non si tratta di piante ospiti della xylella fastidiosa. Sulla scorta di quei report, il Comitato fitosanitario comunitario ha rivisto la propria decisione, condizionando la revoca del divieto di commercializzazione all’effettuazione di trattamenti preventivi di termoterapia sulle barbatelle. A tale scopo è necessario utilizzare alcuni macchinari, che al momento non sono presenti in Salento.

Il Consorzio dei vivaisti viticoli otrantini ha acquistato quattro macchine per la terapia dell’acqua calda, che dovrebbero essere consegnate all’inizio dell’anno e diventare operative subito dopo. Solo dopo i trattamenti le viti potranno essere trasportate fuori dalla provincia di Lecce. Resta invece ancora senza soluzione il problema del blocco delle piante ornamentali ospiti del batterio, prodotte nei vivai leccesi, che si protrae ormai da due anni a causa delle determinazioni della Regione e poi dei Piani del commissario straordinario Giuseppe Silletti.

I vivaisti hanno ripetutamente chiesto alle autorita’ di chiarire le modalita’ con cui deve avvenire la distruzione del materiale vegetale e di disporre risarcimenti per la distruzione ma, al momento, non hanno ottenuto risposte. Altri chiarimenti si attendono, invece, dal Tar Lazio in relazione alla applicabilita’ del Piano Silletti bis, soprattutto nella parte che prevede il taglio delle piante sane nel raggio di 100 metri da quelle malate. Finora i giudici amministrativi hanno accolto numerosi decreti cautelari chiesti da agricoltori che lamentavano i danni causati da tale imposizione e, a seguire, sono state accolte anche le richieste di sospensiva. Il 16 dicembre e’ prevista la discussione delle prime cause nel merito, al termine delle quali la prima sezione del Tar Lazio emettera’ le sentenze. Saranno quelli i primi provvedimenti concreti sul Piano del commissario, che andranno oltre le misure cautelari urgenti. Eventuali decisioni nel merito potranno essere appellate davanti al Consiglio di Stato.


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