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In Puglia manca una rete dei Centri per i Disturbi dell’Alimentazione: per i ricoveri notturni tutti fuori regione

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Nella-foto-Caterina-RennaLECCE – Nonostante il Corrieresalentino.it abbia lanciato l’allarme sui Centri per i Disturbi dell’Alimentazione pugliesi ben 7 mesi fa, ancora nulla si è mosso, forse perché c’è stato un cambio della guardia e ora si dovrà cominciare tutto daccapo. Cominciamo con dire che anoressia, bulimia e abbuffate sono disturbi molto gravi, che in alcuni casi possono portare alla morte. A Lecce i problemi del CDA non si risolveranno con l’ampliamento della struttura, che è in atto. Si va avanti con gli arredi per venti posti letto al primo piano. Ma manca il personale: persino gli infermieri, che si sono pensionati tutti quanti. La nuova manager Asl, troverà sul tavolo della sanità leccese anche questo problema. I fondi mancano e il personale pure. Quindi, le famiglie si organizzano con la direttrice del Centro, la dottoressa Caterina Renna, per trovare le risorse che garantiscano ulteriori servizi. Sabato 12 dicembre si terrà una manifestazione con l’associazione dei familiari, presso le officine Ergot, alle 18. Attualmente nella struttura leccese lavorano due psichiatri un educatore, zero infermieri, un oss  e tre operatori artistici per i laboratori. All’interno della struttura leccese si tengono corsi di scrittura creativa, arti visive ed espressione corporea, attività che stimolano creatività: si lavora sulle risorse e sulle parti sane del paziente.

Alcune persone giungono al centro in condizioni disperate. Per salvare la vita a chi ha bisogno di ricovero notturno, come è avvenuto di recente, il centro leccese è costretto a spedire i pazienti in Basilicata, con un notevole aggravio dei costi per il contribuente. 335 euro al giorno pagate a un’altra regione solo perché in Puglia non esiste ancora una rete regionale e non esistono centri notturni. Quello leccese, che è stato il primo Centro per disturbi dell’alimentazione a sorgere in Puglia, potrebbe diventare notturno, ma nessuno si muove per una vera svolta. La struttura salentina si più permettere i ricoveri diurni: ci sono 50 pazienti, tra anoressici, bulimici e chi soffre di “abbuffate compulsive”. In questo campo rischiamo di allontanarci da una sanità realmente efficiente e all’avanguardia. 

Gaetano Gorgoni


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