CAMPI SALENTINA (Lecce) – “La misura degli arresti domiciliari appare proporzionata alla severa pena che verrà presumibilmente inflitta all’esito del giudizio”. Così il gip (il giudice per le indagini preliminari) Carlo Cazzella motiva il provvedimento di confinare nelle rispettive abitazioni Edoardo Tauro e Riccardo Cassone. I due 21enne di Campi Salentina sono stati arrestati per le sevizie riservate ad un minore disabile incatenato ad un cancello di una chiesa. Ed un terzo giovane A.G., sempre di Campi Salentina, è stato denunciato. Le motivazioni della custodia cautelare disposta dal gip giuste sotto il profilo del diritto penale possono risultare poco comprensibili per il “comune cittadino”. Eccolo allora il ragionamento del giudice contenuto nell’ordinanza. “Sul piano delle esigenze cautelari ricorre senza dubbio il pericolo concreto ed attuale di reiterazione della condotta”. A detta del giudice “gli indagati hanno evidenziato attitudine ad episodi gravi di bullismo del tutto gratuiti in virtù di un’indole aggressiva e peraltro a spregevole viltà nel prendere di mira soggetti assai più piccoli di età e più deboli quindi non in grado di difendersi ad armi pari”.
Successivamente il giudice si sofferma sul calcolo della pena in base ai reati contestati che il giudice potrebbe infliggere ai bulli: “Il sequestro di persona aggravato è punito con una pena minima di tre anni di reclusione oltre agli aumenti per la continuazione con gli altri reati e non vi è francamente alcuna plausibile ragione per riconoscere le attenuanti generiche e la pena non può essere suscettiva di sospensione condizionale”. Pochi dubbi, poi, sul quadro indiziario raccolto a carico dei due indagati corroborato dalle dichiarazioni della vittima. “Le testimonianze della persona offesa”, precisa il gip, “risultano circostanziate, logiche, scevre da ragioni di particolare astio idonee ad ipotizzare false accuse e quindi pienamente attendibili”.
Ad ulteriore conferma, poi, gli investigatori riportano nell’informativa alcune frasi rilevate in sede di ascolto del filmato alle fasi dell’incatenamento (fanne tie Riccardo, riferimento individualizzato nei confronti di di Cassone e alla successiva umiliazione (dicevano che “puzzava di urina”). Le indagini, coordinate dal luogotenente Antonio Saponaro, comandante del Norm di Campi e dal comandante della stazione Salvatore Leo, proseguono per risalire a chi ha girato il filmato e a chi ha poi inserito il video sul web. Gli investigatori ritengono che si possa trattare di amici del gruppo di bulli. Cassone e Tauro compariranno nei prossimi giorni davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia. Sono assistiti dagli avvocati Michele Palazzo, Massimo Bellini e Mirko De Luca.
F.Oli.