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Inchiesta Laforgia: niente interrogatorio per l’ex rettore, depositata memoria difensiva

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Personaggi_laforgia38LECCE – Non comparirà dinanzi alla polizia giudiziaria l’ex rettore Domenico Laforgia nell’inchiesta in cui è accusato di tentato abuso di ufficio e minacce a pubblico ufficiale. Dopo un’iniziale richiesta di interrogatorio avanzata dal neo direttore del Dipartimento Sviluppo economico della Regione Puglia nelle scorse ore è arrivato il dietro front. Gli avvocati difensori Viola Messa e Michele Laforgia hanno infatti preferito depositare una memoria difensiva sulla scrivania del sostituto procuratore Paola Guglielmi (cotitolare del fascicolo insieme al procuratore capo Cataldo Motta). Il corposo carteggio sarà ora attentamente vagliato dal magistrato inquirente prima che venga chiesto un eventuale rinvio a giudizio di Laforgia.

L’indagine su Laforgia è stata avviata sulla scorta di un esposto presentato in Procura dall’attuale rettore Vincenzo Zara nell’ottobre di un anno fa. All’ex rettore dell’Università del Salento veniva contestata una presunta ingerenza nella decisione del “Magnifico” di verificare la legittimità dei quattro bandi di concorso indetti dal Dipartimento di Ingegneria dell’innovazione per la nomina dei docenti associati. Secondo gli inquirenti l’obiryyivo di Laforgia sarebbe stato favorire alcuni aspiranti a quelle cattedre. All’esposto Zara aveva allegato anche due e-mail inviate da Laforgia il 7 agosto al suo successore. La prima alle 19.42, la seconda alcune ore dopo alle 23.24.

Nella prima l’ex rettore scriveva: “Qualunque ingerenza su concorsi aperti può configurarsi come turbativa di concorso, che è un reato penale, e qualsiasi azione intrapresa che danneggi i concorrenti potrebbe essere denunciata come abuso di ufficio”. Inoltre Laforgia entrava nel merito della questione della legittimità dei bandi: “Esiste un gergo tecnologico e lo si ritrova sia nei bandi che nei curricula vitae, quindi non mi stupirei affatto se si trovassero somiglianze nei curricula vitae non di uno, ma di tutti i partecipanti del settore”. Nella seconda e-mail delle 23.24 Laforgia scriveva: “Evita (riferendosi sempre a Zara) di ricevere candidati (potenziali) a procedure concorsuali interne, chiunque ti chieda di incontrarli perché sono portatori di interessi personali”. Per le conclusioni della Procura il contenuto di quelle e-mail si doveva ritenere “inopportuno e minaccioso”. Laforgia avrebbe infatti prospettato a Zara estremi di reato (come turbativa di concorso ed abuso di ufficio). Appena il 16 aprile scorso l’ex rettore è stato assolto in un altro processo dall’accusa di abuso d’ufficio con formula piena.

F.Oli.


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