OTRANTO (Lecce) – Presunti abusi edilizi nella realizzazione di un villaggio a picco sul mare di Otranto realizzato da Alpitour. La Procura ha chiuso le indagini su un probabile scempio ambientale compiuto nella zona degli Alimini (uno dei tratti più suggestivi dell’intera costa salentina). Nell’avviso di chiusa inchiesta, a firma del pubblico ministero Paola Guglielmi, compaiono i nomi di Adrianus Jacobus Buijis, 50enne di Torino, legale rappresentante dell’Alpitour World Hotels e Resorts e di Filippo Lucchini, di 46, originario di Milano ma residente ad Otranto, in qualità di direttore della struttura ricettiva.
I due indagati avrebbero realizzato diversi lavori in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico ed idrogeologico in assenza delle necessarie autorizzazioni: una struttura precaria in legno con telo ombreggiante per una superficie complessiva di 14 metri quadrati realizzata a ridosso di una duna sabbiosa e con sbancamento del piede dunale; una pavimentazione in chianche di pietra di Cursi appoggiate sulla sabbia a ridosso del manufatto; 8 pali con bandiere infissi sulle dune sabbiose; pavimentazione con lastre in cemento e installazione; scala in legno; scivoli in legno; manufatto in muratura destinato a wc alla turca; realizzazione di una doccia sulla sabbia; pavimentazione con lastre in cemento poggiate sulla sabbia con installate docce; realizzazione di impianto di irrigazione e segnaletica per il gioco del golf su un’area di circa 13mila metri quadrati utilizzata per campi da golf; la realizzazione di un impianto di scarico di acque reflue collegato ad un impianto di depurazione privo di autorizzazione; l’attrezzatura su un’area di 5mila metri quadrati a servizio del villaggio turistico; la realizzazione di una fossa biologica e di tre depositi in forma cilindrica e di una cabina con impianti tecnologici a servizio dell’impianto di depurazione.
I due illustri indagati avrebbero illegittimamente occupato l’area demaniale marittima in assenza di una regolare concessione. Inoltre con la realizzazione di tali opere avrebbero alterato le bellezze naturali della zona di particolare pregio vincolata e facente parte del S.I.C. Alimini. L’indagine scattò con un controllo di routine da parte della Capitaneria di Porto di Gallipoli nell’agosto di un anno fa. Inizialmente il pubblico ministero Paola Guglielmi dispose il sequestro dell’intero villaggio. Attualmente i sigilli sono rimasti su alcune aree insanabili perché non possono usufruire della necessaria sanatoria. Una parte, invece, è ancora sotto sequestro. L’avviso di conclusione delle indagini preliminari non corrisponde ad una sentenza di condanna ma va intesa come un passaggio a garanzia degli stessi indagati che rende possibile il deposito di memorie o di testimonianze difensive. Lucchini è assistito dall’avvocato Mauro Finocchito.
Francesco Oliva