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Truffa ai danni dell’Inps per 500mila euro: chiesti oltre due anni per padre e figlio

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tribunale-slidePATU’ (Lecce) – Due anni e due mesi di reclusione ciascuno. E’ la richiesta di condanna invocata dal pubblico ministero onorario Antonio Paladini all’ex onorevole 59enne Ernesto Abaterusso, attualmente consigliere regionale del Partito Democratico, e per il figlio Gabriele, di 34, attuale vicesindaco di Patù. In serata era attesa la sentenza. Dopo una lunga camera di consiglio Il giudice monocratico della seconda sezione penale Maria Pia Verderosa ha emesso un’ordinanza spiazzando un pò tutti: lunedì prossimo verrà sentito un funzionario dell’Inps. L’ispettore dovrà chiarire con esattezza i periodi in cui i lavoratori avrebbero percepito l’indennità. Subito dopo ci sarà la camera di consiglio bis. Secondo quanto contestato dall’accusa, l’ammontare della truffa sarebbe stata di oltre 500mila euro: una cifra calcolata sulla scorta degli accertamenti dei carabinieri del Nil e della Guardia di Finanza di Tricase.

La vicenda nasce dal fallimento del calzaturificio “Vereto” di Morciano di Leuca e dalla costituzione della ditta “Gea”, di Gagliano del Capo, delle quali padre e figlio erano amministratori di fatto. Secondo quanto emerso dalle indagini, nel novembre 2005 venne sospesa l’attività della Vereto, e dopo pochi giorni venne avviata quella della Gea, con gli stessi macchiari e lo stesso personale.

Gli imputati avrebbero “falsamente dichiarato una riduzione dell’attività lavorativa, mentre le aziende, succedutesi nel tempo senza soluzione di continuità, continuavano ad operare con il personale falsamente dichiarato in mobilità”. In sostanza, gli operai avrebbero continuato a lavorare passando da un’azienda all’altra facendo riferimento a presunte dichiarazioni mendaci per ottenere il riconoscimento della cassa integrazione. Il fallimento della Vereto è già finito in un’aula di Tribunale. Gabriele Abaterusso, infatti, è stato condannato in appello a due anni con l’accusa di bancarotta per distrazione. Padre e figlio sono difesi dagli avvocati Marcello Risi, Federico Massa, Antonella CorvagliaLeonilda Marzano e Giuseppe Antonica

Francesco Oliva


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