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L’insuperabile scoglio delle primarie che divide forzisti e fittiani

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conservatori-Riformisti-Fitto-(4)BARI – Ieri, il primo incontro interlocutorio per la riunificazione di un centrodestra ormai a pezzi è andato bene. I fittiani hanno risposto all’invito dei forzisti e si sono seduti al tavolo convocato da Luigi Vitali, il coordinatore regionale dei berlusconiani. È tornato ancora alla volta alla ribalta un nodo mai sciolto: sulle primarie non si trova la quadra. Lo ammette il fittiano Ignazio Zullo in un comunicato: «Abbiamo ritenuto di partecipare al vertice del centrodestra regionale convocato da Forza Italia perché consideriamo l’unità della coalizione un valore e un obiettivo da perseguire sempre e comunque. Noi, Conservatori e Riformisti, abbiamo ribadito la necessità di individuare alle Amministrative della prossima primavera candidati autorevoli e condivisi sia da tutto il centrodestra, ma prima ancora dal territorio. Per questo abbiamo ribadito, così come facciamo a livello nazionale, la necessità di ricorrere alle PRIMARIE per l’individuazione del candidato che rappresenterà, nei Comuni dove si vota, l’intero centrodestra, specie in quelli con oltre 15mila abitanti e lì dove non vi sia una personalità locale unanimemente riconosciuta. Su questa nostra richiesta abbiamo registrato l’attenzione delle altre forze politiche, ma non la necessaria condivisione che per noi è, invece, condizione dirimente nella ricerca di una vera e duratura unità della coalizione».

Berlusconi lo ha ripetuto anche a Porta a Porta: le primarie non sono un metodo che Forza Italia accetta, ma l’extrema ratio, l’ultima carta, quando non è possibile trovare altre soluzioni. «Noi non crediamo nelle primarie finte che si fanno oggi – spiega Vitali – ma se un giorno dovessero regolarizzarle con una legge dello Stato, allora sarà cosa diversa». Fitto invece si è convertito alle primarie, dopo che ha ritenuto ormai al tramonto il suo ex leader, che era in grado di tenere unito tutto il centrodestra. «Non credo che ci si possa mettere d’accordo senza primarie – spiega il senatore Francesco Bruni – è l’unico metodo per ricomporre le divisioni nel centrodestra: chi ha più consenso vince».

Garcin


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