SALICE SALENTINO (Lecce) – La fuga da un mondo che non gli appartiene. Un allontanamento voluto. Un viaggio introspettivo alla ricerca di quella cultura che gli scorre nel sangue. Tanto da maturare l’idea di lasciare Salice Salentino per girare in lungo e in largo lo Stivale, allacciare rapporti e amicizie con la comunità di origine. Dietro la fuga di Osama ci sarebbe un amore viscerale per il Marocco, la sua gente, le tradizioni e la cultura di quel paese. Un legame talmente forte che Osama avrebbe spiegato con qualche difficoltà agli investigatori il peregrinare di questi giorni ascoltato alla presenza di una psicologa nel corso dell’ascolto assistito. Ecco perché gli investigatori prendono con le pinze le dichiarazioni rilasciate nelle scorse ore dal ragazzino.
Gli investigatori della Digos, diretti dal dirigente Raffaele Attanasi, seguono una traccia ben precisa per dare un senso ad un allontanamento inatteso ma per nulla improvvisato. Nonostante la giovane età, Osama sarebbe affascinato dal mondo arabo. Da almeno un anno. Da quando trascorse un periodo di vacanza nel suo paese d’origine. Il contatto con la realtà nord africana gli è stato “fatale”. Osama ha visto il suo mondo, il suo eden assaporando humus e habitat facendoli propri. Tanto che si era ripromesso di ritornare dai parenti o di entrare comunque in contatto con gli ambienti di quel mondo al di là del Mediterraneo. Così come ha fatto.
E in tutti questi giorni il 14enne, a detta degli investigatori, avrebbe cercato solamente rapporti con connazionali o giovani dell’area del Maghreb: marocchini, tunisini, egiziani. Dormendo in spiaggia, per strada, nelle stazioni ferroviarie o comunque in luoghi pubblici. Un’indagine conoscitiva è stata aperta dal procuratore aggiunto Antonio De Donno. Non c’è un’ipotesi di reato. Le indagini, inoltre, dovranno approfondire anche altri aspetti ancora oscuri. Gli investigatori intendono risalire ai contatti di Osama con i suoi connazionali o con cittadini originari del Maghreb. E se tali legami siano stati occasionali e con chi: clochard che dormono nelle stazioni, nordafricani che si incontrano tra loro per spirito di nazionalità. Oppure se ci sia dell’altro. Cosa, per il momento, non si può neppure ipotizzare. In attesa degli accertamenti.
Francesco Oliva