LECCE – I musulmani, quelli veri, cercano di spiegare che nel Corano la loro religione è in continuità con ebraismo e cristianesimo e che non contempla l’assassinio di chi non minaccia l’Islam. «I primi danneggiati siamo noi» – spiegano amareggiati davanti alla moschea di San Pio. L’imam leccese, già ieri notte, si è affrettato a dichiarare che le bestie di Parigi non c’entrano nulla con Maometto. Eppure c’è una versione travisata dell’Islam che fa proseliti in tutta Europa e convince migliaia di disadattati ad arruolarsi tra i terroristi. L’imam Saifeddine ripete le parole del Corano: «Chiunque uccida un uomo, che non abbia ucciso a sua volta o che non abbia sparso la corruzione sulla terra, sarà come se avesse ucciso l’umanità intera. E chi ne abbia salvato uno, sarà come se avesse salvato tutta l’umanità». Il guaio del Corano è che gruppi di esaltati lo interpretano a modo loro, considerando corruttori coloro che fanno una «vita in stile occidentale».
Adesso anche I musulmani leccesi hanno paura: sanno che saranno guardati ancora di più con sospetto. «L’Islam vede le persone, qualsiasi sia la loro origine o etnia o appartenenza politica o religiosa, come anime create da Dio e nel caso in cui non abbiano ancora ricevuto il messaggio di Dio, il compito del musulmano è quello di portarglielo con amore e saggezza e non ucciderli» – continua l’Imam.
La condanna delle bestie di Parigi è chiara da parte della comunità islamica leccese: «Questi criminali che sparano sulle persone innocenti che stavano cenando in un ristorante, o altre che stavano guardando una partita di calcio … Sono nemici dell’umanità intera, e in particolare del Islam che continuano a sporcare con i loro atti abominevoli ai quali danno il titolo islamico, ma che non fanno altro che danneggiare l’immagine del Islam e i musulmani nel mondo intero». Ora c’è un’autentica gara da parte dei musulmani per spiegare che i terroristi non rappresentano l’Islam: non sarà facile convincere la gente comune.
Gaetano Gorgoni