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Reddito di dignità, M5S polemizza: «Si tolgono soldi ai disabili». Entusiasmo a sinistra, polemiche a destra

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emiliano-cgilBARI – Il Movimento 5 Stelle non ha voglia di essere confuso con il governatore e cerca di prendere le distanze anche quando Emiliano fa il grillino. Più volte  si sono notate delle convergenze tra il presidente della Regione Puglia e le idee degli attivisti di Grillo: su Tap in primis e poi sul reddito di cittadinanza. Se il  reddito di dignità dovesse realizzarsi, si tratterebbe di  un’autentica rivoluzione in Puglia, ma anche dell’ennesima frattura con la linea di Renzi. Secondo gli otto consiglieri del Movimento 5 Stelle, però, il varo in giunta del provvedimento rivolto a chi non ha reddito non va bene, perché si tratta di «un reddito di cittadinanza finanziato non tagliando gli sprechi e contrastando la corruzione e i mali che ammorbano la nostra Regione, ma che si finanzia addirittura sottraendo soldi ai fondi per i disabili». Insomma, si tratterebbe solo dei soliti annunci, che fanno somigliare sempre di più Emiliano a Renzi.

«Se non esistesse il Movimento 5 Stelle in Regione Puglia, ci chiediamo come farebbe Michele Emiliano a governare. – dichiarano gli otto consiglieri M5S –  Abbiamo portato in Consiglio la discussione su “La buona scuola” che ha permesso alla Regione di impugnare il ddl, la discussione sulle trivellazioni nel mare Adriatico con un tour durato due anni, abbiamo proposto un tavolo multidisciplinare sulla Xylella che proprio qualche giorno fa anche Emiliano, guarda caso ha proposto utilizzando addirittura le nostre stesse parole; anche questa volta il presidente della Regione cerca infatti di emulare una nostra proposta provando a scopiazzare il nostro Reddito di cittadinanza in Puglia, una battaglia di cui fino a due anni fa pochissimi ne sapevano qualcosa e che come tutti sanno è arrivata in politica proprio grazie al nostro gruppo. Quella di Emiliano – proseguono i pentastellati – è una misura che si propone di aiutare i cittadini ma che al tempo stesso si finanzia, ad esempio, sottraendo soldi ai fondi per i disabili o aumentando la tassazione sulle auto per tutti i cittadini pugliesi. Il reddito di cittadinanza – concludono – è una cosa seria e c’è solo una forza politica che non ha remore a recuperare fondi, non togliendoli ancora una volta ai cittadini e addirittura ai disabili come oggi fa Emiliano, ma dai veri sprechi della nostra Regione che oggi arricchiscono gli amici degli amici dei vecchi partiti». Per il Movimento 5 Stelle, dunque, si tratta solo di spot per cercare consenso.

Non la pensa così Dario Stefano di Sel: «Il reddito di dignità è una grande possibilità che la Puglia vuole offrire a migliaia di famiglie per uscire dalla povertà. E’ una nostra proposta, uno strumento che noi abbiamo proposto di inserire fin dal principio nel programma amministrativo della coalizione e che oggi finalmente sta vedendo la luce. Avanti così. Sembra ci sia l’ok della ragioneria sulle coperture economiche e sembra che la proposta che arriverà poi in Consiglio abbia già dei buoni contenuti tecnici. Certo, è uno strumento perfettibile e per questo mi auguro ci possano essere in futuro modifiche in grado di migliorarne l’efficacia. Possiamo combattere le diseguaglianze sociali e magari iniziare da qui a migliorare ancora di più il sistema di welfare sul quale in questi anni abbiamo scommesso tanto. Oggi insomma – conclude Stefàno – un’ottima notizia che fa il paio con quella che arriva dalla sede regionale di Bankitalia e che ci racconta di segnali incoraggianti, anche se ancora deboli, sull’attività produttiva pugliese del 2015».

Nel centrodestra, invece, c’è scetticismo. Forza Italia nutre forti dubbi sull’efficacia del provvedimento.«Sul Reddito di Dignità, da quanto appreso fino ad oggi, nutriamo qualche dubbio legittimo: la maggior parte delle risorse sarà impiegata per le spese di funzionamento della macchina amministrativa, con beneficio di pochi e non delle fasce deboli della comunità pugliese». Lo dichiara il presidente del Gruppo di Fi, Andrea Caroppo. «Ci ricorda –prosegue- il programma di Garanzia Giovani, che ha prodotto risultati scarsi e non certo lusinghieri sul fronte dell’occupazione e del benessere sociale, come denunciato da Forza Italia con un dossier. Anche l’iter ricalca quanto stabilito per il programma indirizzato ai giovani: si stringono accordi con enti pubblici e privati per lo svolgimento di tirocini formativi, si mette su una complessa piattaforma informatica per la gestione delle procedure, si costituiscono gruppi di lavoro che dovranno valutare le richieste pervenute, e tanto altro. Una procedura costosa che avrà bisogno di parecchia benzina per funzionare. Peraltro, oltre all’antieconomicità del procedimento, non si sa fino a che punto esso sia sostenibile dalle strutture regionali, che non hanno personale infinito per far fronte a macchine organizzative di questa entità.  Ci auguriamo, inoltre, che Emiliano si sia reso conto della necessità di fare dietrofront per le risorse a cui attingere, evitando di percorrere una strada sgradita all’Ue, utilizzando, erroneamente, i fondi sociali comunitari destinati all’istruzione e formazione per interventi assistenzialisti. Si potrebbero tagliare i tanti sprechi e finanziare il progetto interamente con i fondi del bilancio autonomo regionale. Ad ogni modo –conclude Caroppo- siamo sempre più convinti che se la situazione contingente richiede misure assistenziali per combattere la povertà, siano molto più utili forme snelle di sostegno che vadano direttamente a sostenere il portafoglio del cittadino più debole».

Non sono convinti nemmeno i fittiani. «I dati del Rapporto sull’economia pugliese, anticipati oggi a Bari dalla Banca d’Italia, dovrebbero farci tutti star meglio: da gennaio a settembre di quest’anno è aumenta l’occupazione ed è diminuita la disoccupazione – spiegano in un comunicato i Conservatori e Riformisti – La matematica non è un’opinione e i numeri dovrebbero rendere il segno positivo in un sentimento di ottimismo per una Puglia che sulla carta avrebbe, quindi, superato il giro di boa della crisi e sarebbe tornata a crescere. Eppure noi non riusciamo a percepire tutto questo, anzi. Quello che noi viviamo  è un contrasto totale fra le statistiche e grafici di Bankitalia e la vita reale, quella che ci viene raccontata quotidianamente dalle decine e decine di persone che incontriamo e che sono alla ricerca, soprattutto, di un lavoro e, è il caso oggi di sottolineare, di dignità. Il presidente Emiliano che oggi annuncia con soddisfazione la nuova misura economica, “Il reddito di dignità”, di fatto sancisce la presenza nella nostra regione di oltre 60mila pugliesi che hanno bisogno di un sussidio di 600 euro mensili perché fortemente a rischio povertà. E quindi quella che noi oggi registriamo è la Puglia dal doppio volto: quella dove aumenta l’occupazione e quella sempre più povera alla quale la Regione Puglia ha pensato di arrecare un lieve sollievo economico. Certo da Emiliano ci aspettiamo anche che si applichi con lo stesso impegno e riesca a trovare nelle pieghe dei bilanci anche risorse sufficienti per abbassare una quella che pesa su milioni di pugliesi, ovvero una delle tassazioni regionali più alte d’Italia, che rischiano di impoverire anche quelle famiglie del cosiddetto ceto medio. Da Emiliano ci aspettiamo meno burocrazia e più sgravi per le imprese che se è vero che oggi assumono è anche vero che sono incentivati da una legge, il Jobs Act, che fra tre anni (quando le agevolazioni contributive per i lavoratori saranno terminate) potrebbe causare effetti nefasti. Il mondo del lavoro ha bisogno di politiche stabili e consolidate nel tempo e la Regione, per quelle che sono le sue competenze, può e deve muoversi in tal senso agevolando l’insediamento e lo sviluppo delle imprese pugliesi e non solo aprendo e agevolando il percorso ad aziende extraregionali che spesso ci considerano solo terra di conquista in grado di riservare a loro, e solo a loro, guadagni e vantaggio».

Garcin


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