Ha patteggiato ad 1 anno e 4 mesi di reclusione G.E., il 22enne di Melendugno, finito in manette il 29 giugno con l’accusa di produzione e detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Il giovane salì agli onori della cronaca (se così si può dire) perché subito dopo l’udienza di convalida ottenne i domiciliari. Un provvedimento, a firma del giudice Simona Panzera, che consentì al giovane di raggiungere un Istituto Superiore del capoluogo per sostenere l’esame di maturità, tra l’altro, superato brillantemente. La sentenza di patteggiamento è stata pronunciata dal gip Antonia Martalò dopo che l’avvocato difensore Marino Giausa aveva concordato la pena con il sostituto procuratore Roberta Licci. Il giovane, incensurato, ha comunque potuto beneficiare della sospensione della pena.
L’arresto di G.E. avvenne al termine di un’attività di indagine condotta dai carabinieri del paese. Già da alcuni giorni i militari tenevano d’occhio il giovane per via di alcuni strani movimenti. Nella mattinata di lunedì assestarono l’affondo decisivo quando i carabinieri ritrovarono 3 piante di marijuana, per un totale di circa 380 grammi, 3 grammi di hashish, un bilancino di precisione di colore nero ed un trita marijuana in metallo. La sorpresa maggiore arrivò al piano terra dell’abitazione dove i militari scovarono una serra artigianale per la coltivazione di marijuana con tanto di deposito della stessa sostanza. Nella stanza erano stati accatastati un igrometro, un essiccatoio, altri 8 vasi contenenti la radice e parte del fusto di rispettive piante di marijuana già tagliate, un ventilatore, varie bottiglie contenenti concime liquido e fertilizzanti, due lampade da 400 watt e relativo trasformatore elettrico, vari filtri e materiale riflettente. Sempre in quei giorni un caso simile interessò un giovane albanese finito ai domiciliari per questioni di droga. In quella circostanza il gip non convalidò l’arresto scarcerando il 21enne in vista degli imminenti esami di maturità.
F.Oli.