LECCE – “Improvvisamente non ho capito più nulla. Ho avvertito un fastidio alla coscia destra come se fossi stato punto. Mi sono girato e ho visto uscire sangue dalla gamba”. Una delle vittime dell’ergastolano Fabio Perrone si concede a microfoni e taccuini. Antonio Sergi, di Lequile, è rimasto fortunatamente ferito solo di striscio. Sta bene. Le condizioni dell’anziano non sono gravi. E’ stato dimesso in tarda mattinata dopo le medicazioni ricevute in pronto soccorso. Ma la paura è stata tanta e il ricordo nella mente dell’uomo è ancora vivo.
“Ero venuto in ospedale per salutare un mio parente ricoverato per sottoporsi ad un intervento chirurgico”, racconta l’anziano. “Abbiamo sentito gli spari. Ho pensato subito a mia figlia e a metterla in salvo quando ho sentito una vampata all’altezza delle gamba. Mi sono accasciato per terra e ho immediatamente allertato i soccorsi. Sono stato accompagnato in pronto soccorso dove i medici mi hanno medicato e prestato le cure del caso. Ora lo posso ammettere: ho avuto tanta paura”. Difficilmente, l’anziano potrà dimenticare il volto di Perrone. “I nostri sguardi si sono incrociati. Ho visto quell’uomo con la pistola stretta tra le mani nascosta dietro la spalla. Ho temuto per la mia vita”. Confortato dalla figlia, l’anziano ha lasciato l’ospedale in tarda mattinata. Prima, però, ha potuto salutare il parente. L’intervento è andato a buon fine. Rimarrà l’unico ricordo positivo di una mattinata di autentica follia nei corridoi di un ospedale rimasto alla mercè di un ergastolano.