GAGLIANO DEL CAPO (Lecce) – Rischiava una condanna alla veneranda età di 76 anni per maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate nei confronti della moglie. Il gup Alcide Maritati ha assolto C.C., di Gagliano del Capo, per non aver commesso il fatto nel giudizio celebratosi con rito abbreviato. Il giudice per l’udienza preliminare ha accolto le argomentazioni difensive sostenute dagli avvocati Francesco Nutricati e Adriana Sampaolo. I legali dell’anziano hanno evidenziato in punto di diritto che i maltrattamenti non si potevano contestare perché mancava una ben determinata serie di condotte finalizzate ad umiliare la vittima. E poi il marito accudiva e assisteva la moglie quotidianamente. Una tesi recepita in prima battuta dallo stesso pubblico ministero di udienza Elsa Valeria Mignone che aveva chiesto l’assoluzione dell’anziano.
L’indagine scattò dopo il ricovero della donna presso l’ospedale di Tricase per la frattura del polso. Ascoltata dai carabinieri la 76enne raccontò il “dramma” tra le pareti domestiche. E in Procura il sostituto procuratore Massimiliano Carducci decise di aprire un fascicolo d’indagine. La donna sarebbe stata costretta a subire soprusi e minacce anche di morte sistematici. C.C. si sarebbe scagliato contro la moglie anche dopo aver bevuto proprio come il 2 giugno di un anno fa.
Quel giorno il 76enne avrebbe afferrato per i capelli la sua compagna di vita scaraventandola per terra. E poi colpendola con calci e pugni prima di allontanarsi da casa lasciando l’anziana esanime e riversa per terra. La donna finì in ospedale dove i medici le riscontrarono la “frattura del radio distale destro” con una prognosi di 30 giorni. E in una stanza d’ospedale venne avviata l’indagine.
F.Oli.