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Operazione “Vortice Déjà-vu”: I fratelli Pellegrino e Notaro vanno in abbreviato

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aula-bunkerSQUINZANO (Lecce) – Si sfilaccia in più tronconi il processo scaturito dalle tre inchieste antimafia “Vortice-Dèjà-vu”, “Paco” e “Vortice Dèjà-vu ultimo atto”. Come prevedibile la stragrande maggioranza degli imputati ha scelto di essere giudicata in abbreviato. In 63 saranno processati con il rito alternativo a partire dal prossimo 3 febbraio. Nel corposo elenco compaiono i boss di Squinzano Antonio e Patrizio Pellegrino (nonostante quest’ultimo risulti ancora latitante) e Sergio Notaro. Per quest’ultimo, così come richiesto dagli avvocati difensori Paolo Spalluto e Cosimo Rampino, il gup Stefano Sernia ha accolto la richiesta di abbreviato condizionato subordinato all’ascolto di quattro testimoni. Tra oggi e domani, poi, sempre nell’aula bunker del carcere di Borgo “San Nicola” verranno definite le posizioni di chi ha scelto il rito ordinario.

In giornata c’ è stato un solo patteggiamento: S.G. ha patteggiato una pena di sei mesi di reclusione che sconterà con i lavori socialmente utili. Nell’udienza dell’8 ottobre scorso, uno dei principali imputati, Luca Greco, si era costituito parte civile contro i presunti mandanti ed esecutori dell’agguato subito nel settembre di tre anni fa. I 96 imputati sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, associazione mafiosa, detenzione e spaccio, estorsioni, usura aggravata. Le tre inchieste antimafia, condotte dai sostituti procuratori Guglielmo Cataldi, Giuseppe Capoccia e Antonio Negro, decapitarono i clan attivi nel nord salento con roccaforte nel comune di Squinzano dove per mesi si sono fronteggiati clan opposti che, a suon di agguati e rappresaglie armate, hanno marcato il territorio per conquistare il controllo dei traffici illeciti.

Le indagini hanno svelato il ruolo di primo piano ricoperto dai fratelli Pellegrino, figli dell’ergastolano “Zu Peppu” e i presunti agganci con pezzi della vecchia amministrazione comunale. Le indagini della Procura hanno portato anche alla richiesta di scioglimento del consiglio comunale di Squinzano per infiltrazioni mafiose. Mesi fa la prefettura ha inviato il carteggio al Ministero che dovrebbe sciogliere una decisione a breve.

Il collegio difensivo è completato dagli avvocati Antonio Savoia, Giuseppe Presicce, Rita Ciccarese, Andrea Starace, Francesco Tobia Caputo, Gabriella Mastrolia, Pantaleo Cannoletta, Angelo Vetrugno, Ladislao Massari, Paolo Cantelmo, Antonio Romano, Donata Perrone, Carlo Reho, Luigi Ingrosso, Benedetto Scippa; Maurizio Scardia, Francesco D’Agata, Giacinto De Spirito, Giuseppe Talò, Francesca Conte, Giancarlo Dei Lazzaretti, Alessandro Costantini Dal Sant, Cosimo Rampino, Paolo Spalluto, Elvia Belmonte, Silvio Caroli, Mario Ciardo, Michele Palazzo, Cosimo Casaluci, Andrea Capone e Cosimo Castriganò.

F.Oli. 


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