Quantcast
Channel: Corriere Salentino
Viewing all articles
Browse latest Browse all 34969

Maxi frode alla Comunità Europea con i contributi agricoli: sei indagati

$
0
0

TRUFFASURBO (Lecce) – La Procura chiude le indagini sulla maxi truffa con i contributi agricoli gestita da una presunta associazione a delinquere a conduzione familiare. L’avviso di conclusione delle indagini preliminari, a firma del sostituto procuratore Donatina Buffelli, è stato notificato a sei indagati: Giovanni De Matteis, 33 anni e Vincenzo Cagnazzo, 56, entrambi di Surbo (entrambi confinati ai domiciliari il 29 luglio scorso quando venne eseguita l’ordinanza);  Angelo Cagnazzo, 38 anni, fratello di Vincenzo; Antonietta Vergine, 60 anni; Luigi De Matteis, 63; Francesco de Matteis, 24, rispettivamente padre, madre e fratello di Giovanni, tutti di Surbo. Giovanni De Matteis e Vincenzo Cagnazzo finirono anche ai domiciliari nel luglio scorso. Le accuse a vario titolo: associazione a delinquere, falso ideologico e materiale, truffa aggravata, accesso abusivo ad un sistema informatico, detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso a sistemi informatici.

Il sodalizio venne smantellato con un’operazione eseguita dai finanzieri della sezione Tutela Spesa Pubblica del Nucleo di polizia tributaria di Lecce. Gli investigatori tracciarono un raggiro sofisticato per mettere le mani su terreni (tra cui beni confiscati alla mafia) di cui nessuno tra gli indagati risultava essere l’effettivo proprietario. Un raggiro avviato nel 2007 e andato avanti fino ai primi mesi di quest’anno. Per un danno nelle casse della Comunità Europea quantificato in oltre 920 mila euro. Le indagini svelarono un autentico vaso di Pandora. Oltre 150 pratiche fasulle compilate ogni anno per intascare i finanziamenti erogati dall’Agea (l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) e stornare le somme sui propri conti correnti. Gli ingranaggi per compiere la truffa erano ben oliati.

Le posizioni apicali dell’organizzazione sarebbero state ricoperte da Giovanni De Matteis, responsabile del Centro di assistenza Agricola World Service di Surbo e da Vincenzo Cagnazzo, agronomo all’interno della stessa sede. Una sorta di patronato. La procedura di richiesta veniva velocizzata da De Matteis, responsabile di un centro preposto proprio alla trasmissione delle domande. Dotato di password e login d’accesso istruiva in assoluta autonomia le pratiche. Tramite contratti di comodato, dichiarazioni sostitutive di atti notori, provvedimenti e dichiarazioni di enti pubblici, veniva presentata la domanda e il successivo inserimento nella banca dati del Sian (Sistema Informativo Agricolo Nazionale).

Per terreni dei quali nessuno degli indagati aveva l’effettivo possesso perchè appartenenti a enti pubblici o, in altri casi, a soggetti privati estranei alla truffa. Così i presunti componenti dell’organizzazione “andavano a caccia” di quei terreni per i quali normalmente non viene richiesto il contributo. Venivano identificati i soggetti beneficiari delle erogazioni e che dovevano falsamente risultare in possesso di quegli appezzamenti. Terreni facilmente “aggredibili” quindi. Perché suddivisi in particelle e liberi da richieste di altri contributi così da evitare di sovrapporre più domande sullo stesso terreno. Una volta individuati i fondi, gli indagati simulavano e attestavano di condurre questi terreni per nome e conto proprio. Poi spartivano i terreni per evitare che fossero riconducibili alla stessa persona e inoltravano le domande facendo accreditare le somme sui propri conti correnti.

Nel corso delle indagini, infatti, i finanzieri eseguirono accertamenti bancari che evidenziarono come i soldi accreditati sui vari fondi confluissero in gran parte nella disponibilità dei due presunti capi. “Bidoni”, in sostanza. Dall’estremo Sud fino all’Emilia Romagna rifilati ad una cinquantina di enti tra cui la Provincia di Lecce e di Foggia, i Comuni di Lecce, Fasano, Trepuzzi, Manfredonia, Altamura, Nardò, Porto Cesareo e Surbo. Ma anche l’Ente Maremma e il Demanio. Addirittura in un caso la richiesta era stata inoltrata per un terreno confiscato ad una famiglia mafiosa di Canicattì successivamente affidato al Comune di Naro per finalità sociali e destinato ad una Onlus. Nel corso degli interrogatori di garanzia De Matteis e Cagnazzo ammisero gli addebiti. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Giuseppe e Pasquale Corleto, Giuseppe Rampino e Vincenzo Farina.

F.Oli. 


Viewing all articles
Browse latest Browse all 34969

Trending Articles



<script src="https://jsc.adskeeper.com/r/s/rssing.com.1596347.js" async> </script>