SQUINZANO (Lecce) Procede a singhiozzo l’udienza preliminare per i 96 imputati coinvolti nella triplice inchiesta antidroga “Vortice-Dèjà-vu”, “Paco” e “Vortice Dèjà-vu ultimo atto”. Nell’aula bunker del carcere di Borgo “San Nicola” sono state discusse altre questioni preliminari. Nella scorsa udienza l’avvocato Antonio Savoia aveva eccepito la genericità e l’indeterminatezza del capo d’imputazione a carico di Maurilio D’Elia, 43enne di Squinzano accusato di esercizio abusivo del credito insieme a Sergio Notaro e ad alti imputati. In particolare non sarebbe risultato chiaro a chi D’Elia avrebbe prestato i soldi e soprattutto quanto avrebbe prestato. Il gup Stefano Sernia ha accolto l’eccezione e ha invitato il pubblico ministero (Guglielmo Cataldi) a formulare correttamente il capo d’imputazione.
E’ stata invece rigettata l’eccezione degli avvocati Cosimo Rampino e Paolo Spalluto per conto di Sergio Notaro sull’inutilizzabilità di alcuni atti d’indagine. Sono state invece ammesse tutte le parti civili costituitesi nella precedente udienza tra cui quella di Luca Greco imputato e parte offeso nello stesso processo. L’udienza preliminare è stata così aggiornata al prossimo 22 ottobre quando dovrebbero essere formalizzate le richieste di riti alternativi.
In molti dovrebbero scegliere il rito abbreviato mentre altri ancora (accusati di sporadici episodi di spaccio) presenteranno istanza di patteggiamento. Di certo all’appello (salvo clamorosi sviluppi nei prossimi giorni) mancherà ancora il 44enne Patrizio Pellegrino, uno dei presunti boss di Squinzano sfuggito al blitz Vortice Dèjà-vu nel novembre scorso. La latitanza del fratello Antonio, invece, si è conclusa a marzo e il 41enne era presente in aula insieme agli altri imputati detenuti.
F.Oli.