NARDO’ (Lecce) – Incendiò l’auto della ex moglie in una notte di follia dopo aver molestato la donna per anni. Il gip Alcide Maritati ha disposto il giudizio immediato per Bruno Prete, imprenditore agricolo di 51 anni, arrestato il 10 settembre scorso dai carabinieri ancora in preda ai fumi dell’alcol. Nessun filtro dell’udienza preliminare. Così come richiesto dal sostituto procuratore Carmen Ruggiero si va direttamente a processo. La prima udienza è fissata per il prossimo 17 novembre dinanzi al giudice monocratico della prima sezione monocratica Todaro ma l’avvocato difensore Tommaso Valente presenterà nei prossimi giorni richiesta di abbreviato. L’imputato risponde di una serie di capi d’imputazione: stalking, danneggiamento seguito da incendio, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali aggravate.
Le fasi dell’arresto dell’imprenditore sono state piuttosto concitate. Prete, così come accertato dai carabinieri, raggiunge casa della ex moglie. Con la benzina appicca fuoco al vano motore della Mercedes della donna. L’auto viene completamente distrutta dalle fiamme e esplode anche il cofano. Subiti dopo Prete tenta di allontanarsi ma il suo volto e, soprattutto, le intere sequenze del raid sono immortalate dalle videocamere di sorveglianza. Inoltre il piromane viene riconosciuto da un figlio. Scattata immediatamente la segnalazione alle forze dell’ordine. I carabinieri bloccano Prete a poche centinaia di metri. Accompagnato in caserma l’imprenditore continua nelle sue intemperanze fino all’alba quando finisce in manette e accompagnato in carcere.
“Non ricordo nulla. Neppure di aver raggiunto casa di mia moglie”, riferì Prete nel corso dell’udienza di convalida. Al gip Carlo Cazzella raccontò quel poco che ricordava per via dei fumi dell’alcol. Il giudice convalidò comunque l’arresto e dispose la custodia cautelare in carcere dove Prete si trova ancora confinato. L’ex moglie, assistita dall’avvocato David Dell’Atti, si costituirà parte civile.
F.Oli.