LECCE – Quando ha trovato per terra la borsetta, non ha pensato nemmeno per un momento di impossessarsene. Anzi, ha atteso che la proprietaria di facesse viva per riconsegnargliela, ricevendo ringraziamenti ed anche una piccola ricompensa.
Il protagonista della storia è un keniota residente a Lecce, che domenica mattina ha smentito quel proverbio secondo cui “l’occasione fa l’uomo ladro”.
In pochi, infatti, avrebbero resistito alla “tentazione”. E invece lui non ha battuto ciglio e, quando si è ritrovato tra i piedi la borsetta (con all’interno due portafogli con soldi, chiavi, documenti e cellulare), l’ha raccolta in attesa di restituirla alla legittima proprietaria. Un gesto di grande onestà, per alcuni scontato, per altri un po’ meno, soprattutto in tempi di “magra” come questi.
La borsa era stata persa intorno alle 10.30 da una giovane coppia di fidanzati, mentre percorrevano in sella alle loro biciclette le stradine del centro storico del capoluogo, diretti verso la stazione ferroviaria.
Giunti a destinazione, l’amara scoperta: la borsetta, che era stata assicurata alla molla posteriore del velocipede, era stata smarrita lungo il tragitto. E con essa i portafogli dei due ragazzi (lui, imprenditore, aveva anche un assegno e carte di credito), il cellulare di lei nonché le chiavi della loro abitazione e quelle della loro auto.
I due, dopo avere percorso a ritroso il loro cammino nel tentativo di ritrovarla, avevano ormai perso ogni speranza di ritrovarla. Dopo una quarantina di minuti, però, hanno potuto tirare un sospiro di sollievo: sono riusciti a contattare il trentenne keniota sul cellulare della ragazza, dandogli appuntamento nei pressi di porta San Biagio per la restituzione della borsa.
Lo straniero (come qualsiasi altro italiano) avrebbe potuto sfilare i soldi e riconsegnare tutto il resto, ma non lo ha fatto: tutto ciò che era custodito nella borsetta era rimasto al suo posto.
“Il gesto del ragazzo è stato davvero encomiabile – raccontano Myriam ed Angelo – Quando lo abbiamo incontrato, ci ha chiesto se volessimo controllare che non mancasse nulla dall’interno. Gli abbiamo creduto sulla parola”.
C.T.