Quantcast
Channel: Corriere Salentino
Viewing all articles
Browse latest Browse all 34969

L’inchiesta sul filobus si sdoppia: Lecce e Milano

$
0
0

allarma-tribunale-slLECCE – L’inchiesta sul filobus si sdoppia e viaggia verso Milano. Almeno in parte. Il lavoro degli inquirenti è stato ultimato. Un filone d’indagine rimane a Lecce mentre gli atti di un secondo troncone hanno imboccato già da giorni direzione Milano con tutti i nomi degli indagati accusati di riciclaggio. Gli atti sono ancora secretati ma il procuratore aggiunto Antonio De Donno, in stretto contatto con il procuratore capo Cataldo Motta, ha ormai virtualmente chiuso il fascicolo d’indagine su una delle inchieste più delicate degli ultimi anni. Una decisione meditata a lungo per la complessità della materia e la natura degli accertamenti.

Nelle scorse settimane i contatti sull’asse Lecce-Milano si erano intensificati. C’è stato un serrato confronto tra le due procure per accertare accuse e competenza territoriale dopo che gli inquirenti leccesi hanno ritenuto che una parte dei reati sarebbe stata consumata in Lombardia.

L’inchiesta, che ha mosso i primi passi nel 2010, è ormai arcinota e riguarda le presunte tangenti versate per realizzare la metropolitana di superficie nel capoluogo. Soldi, secondo la ricostruzione degli inquirenti, finiti sui conti in Svizzera del professor Massimo Buonerba che, all’epoca dell’istruttoria, dell’aggiudicazione e dell’avvio dei lavori del filobus, ricopriva l’incarico di consulente giuridico dell’allora sindaco Adriana Poli Bortone. Una posizione che avrebbe consentito a Buonerba di curare la “regia” dell’intero affaire e di affidare l’incarico al progettista perugino Franceschini. In cambio il professore avrebbe ottenuto 600mila euro, soldi poi sequestrati a Lugano. Proprio gli inquirenti elvetici, nel corso delle indagini, hanno congelato su due conti riconducibili a Buonerba circa due milioni e 800mila euro.

Nel registro degli indagati oltre al professore universitario compaiono altri dieci nomi: Giordano Franceschini, l’ingegnere di Perugia, progettista del filobus; Federico De Vittori, faccendiere di Lugano; Angelo, Renata e Olivier Ferrari (rispettivamente padre, zia e figlio) di Porto Ceresio; di Nicoletta Messina, compagna di Olivier Ferrari; di Giorgio Zoboli, imprenditore di Bologna con frequentazioni massoniche; di Roberto Buonerba, figlio del professore; e degli imprenditori umbri Giampiero Della Massa e Dario Fabbriciani che con le fatture false avrebbero consentito la creazione di fondi neri per le tangenti.  Le accuse, a vario titolo, sono quelle di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, riciclaggio e favoreggiamento.

Francesco Oliva


Viewing all articles
Browse latest Browse all 34969

Trending Articles



<script src="https://jsc.adskeeper.com/r/s/rssing.com.1596347.js" async> </script>