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Trenitalia non chiude sul Frecciarossa a Lecce, ma spiega in Parlamento: «Necessario superare problemi infrastrutturali»

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Politica_parlamento-italianoROMA – Si è conclusa dopo le 22 l’audizione in Parlamento dei vertici di Trenitalia: i parlamentari salentini che avevano chiesto spiegazioni sono moderatamente ottimisti. Trenitalia non chiude al Frecciarossa a Lecce, ma ha portato i suoi dati per spiegare che senza interventi infrastrutturali sarà impossibile farlo andare oltre Bari. I dati e le notizie comunicati ieri sera dall’azienda che si occupa del trasporto pubblico saranno vagliati già da oggi per capire se sono precisi e fondati. Insomma, stando alle parole dei vertici di Trenitalia, solo l’intervento del governo potrebbe dare un’accelerata per l’alta velocità fino a Lecce. «Secondo me, è andata bene – spiega il deputato Pd, Fritz Massa – Ci hanno rappresentato i problemi per i quali ,secondo loro, per ora, non arriverà il treno. C’è un’apertura, ma è necessario l’impegno del governo». Insieme a questi problemi, ci sarebbe, secondo Trenitalia, una domanda insufficiente, che renderebbe antieconomico il prolungamento della tratta.

C’è un piano delle infrastrutturazioni che sta andando avanti a sud. Trenitalia assicura che il tempo di percorrenza del Bologna – Lecce presto sarà ridotto di un’ora. «Per l’ad dell’azienza il Frecciarossa a Lecce è un obiettivo perseguibile, ma non ci sono state date rassicurazioni, anche se io lo valuto possibile»- spiega Massa – Le principali difficoltà sono di organizzazione del servizio rispetto alla coerenza tra il treno e lo stato dell’infrastruttura: non sono difficoltà insostenibili, se c’è l’intervento del governo». La linea fino a Lecce, in  altre parole, non è idonea a una velocità di circa 200 chilometri l’ora, poi vanno gestite le stazioni intermedie, perché un treno di quel tipo deve limitare le fermate. La Regione, in questo caso, dovrà impegnarsi in una programmazione sensata, che possa bilanciare gli interessi dei cittadini del Salento con la necessità di un servizio che sia veloce e faccia meno fermate. «I soldi messi nello Sblocca Italia li stiamo già spendendo, per esempio sulla dorsale adriatica o alcuni interventi tra Napoli e Bari»- afferma Massa.

«Governo e politica devono fare la loro parte: sarà convocato un tavolo con il ministro dei Trasporti e con la Regione per risolvere definitivamente il problema. Ci sono i presupposti» – ha spiegato Rocco Palese al telefono. Più duro Roberto Marti (Conservatori e Riformisti): «Molte delle motivazioni che ha portato in commissione congiunta Bilancio e Trasporti l’amministratore delegato Elia sono per noi inconcepibili: dati e numeri non tengono assolutamente conto delle esigenze del territorio come il Salento, ad altissima vocazione turistica». Per il deputato di centrodestra l’azienda si comporta come se non gestisse un servizio pubblico, ma una piccolissima impresa. Marti promette battaglia, «perché l’Italia non finisce a Bari». Insomma, i soldi ci sono, Trenitalia non chiude, ora spetta al governo fare un passo avanti per garantire la gestione tecnologica e la messa in sicurezza della rete, che tradotto significa mettere i soldi sul tavolo. I parlametari leccesi si dicono pronti a esercitare la moral suasion su Renzi. I salentini attendono il loro treno a Lecce: speriamo che non faccia troppo ritardo.

Garcin


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