LECCE – A Palazzo Carafa escono ufficialmente allo scoperto i Conservatori e Riformisti: hanno già firmato, come vi abbiamo raccontato nei precedenti articoli, ma ora c’è la conferenza di rito. Non è stata un’adesione serena per tutti, anche se la retorica dei proclami politici fa apparire tutto liscio. Per molti c’era la tentazione di andare altrove, o di stare fermi a osservare.
Il nuovo soggetto non è rodato per quanto riguarda l’appeal sui cittadini, per molti è un salto nel buio con spazi molto ristretti. In conferenza, però, si usano parole di esaltazione per un’avventura che guarda alla scuola anglosassone di Cameron: tagli alla spesa pubblica e alle tasse. Insomma, un po’ di idee forziste del ’94 con un po’ più di Europa in mezzo. Parole da tradurre in riforme: lì le cose cambiano sempre. Presenti, in conferenza stampa, il sindaco Paolo Perrone, il capogruppo dei “Conservatori e Riformisti”, Gianni Garrisi, i componenti del nuovo gruppo consiliare (Tondo, Alfarano, Greco e D’Autilia) e gli assessori di riferimento presenti in giunta. C’è un escamotage per chi non vuol imbarcarsi subito in questa avventura e preferisce vedere prima come va: è possibile federarsi. Lucio Inguscio, che risulta ancora nel gruppo del Pdl, si federa: fanno lo stesso anche gli altri, come Paolo Cairo, che non si sposta dal gruppo della Puglia Prima di Tutto.
In una frase si potrebbe dire che i malpancisti si federano in attesa di vedere qualche schiarita. Ci sono tanti delusi. Roberto Marti ha proposto a Perrone un rimpasto consistente per ripristinare gli equilibri. C’è da dare a D’Autilia quello che era previsto nel patto con Martini: l’assessorato all’Urbanistica. Poi, c’è Daniele Montinaro, anche lui aspirante assessore, insieme a Paolo Cairo. Tra le altre cose c’è da chiudere con Forza Italia: la proposta di sostituzione di Carmen Tessitore (esterna in quota La Puglia Prima di Tutto) per far entrare in giunta Nunzia Brandi ha fatto scoppiare i conflitti tra i neo-aderenti forzisti di Palazzo Carafa, tutti anelanti a un posto nella giunta Perrone. Insomma, un rimpasto indolore non potrà mai esserci, quindi, il sindaco prende tempo. Intanto, si parla già del suo successore. Dopo il tentativo della sinistra, anche Marti avrebbe provato, secondo alcune indiscrezioni, a candidare Saverio Sticchi Damiani alla poltrona di sindaco, il noto avvocato, però, aveva già ricevuto avances dai livelli romani del Pd. Il risultato è che non scenderà in campo, perché avrebbe solo da perderci. Quindi, restano in campo per la successione a Perrone, tra i Conservatori e Riformisti, sempre gli stessi nomi, che potrebbero sfidarsi alle primarie: Marti, Monosi e Messuti. Forza Italia, invece, che per ora non vuol sentir parlare di primarie, ha già il suo candidato: un imprenditore. A sinistra, potrebbe esserci la sorpresa Dario Stefano, con adesione al Pd che dovrebbe precedere la sua discesa in campo per le primarie. C’è più di un anno per trattare o per ribaltare la situazione.
Garcin