CASTRO (Lecce) – Sarà il gip Giovanni Gallo a stabilire se proseguire con ulteriori accertamenti o archiviare il procedimento relativo alla morte del sub Piero Bechini, il farmacista 58enne di Roma deceduto il 16 agosto di un anno fa. Il caso non è stato archiviato dopo l’opposizione alla richiesta di archiviare il fascicolo presentata dall’avvocato del figlio della vittima, il legale Riccardo Rodelli. Per il pm Elsa Valeria Mignone non ci sarebbero responsabili per il decesso del turista nel procedimento aperto con l’accusa di omicidio colposo rimasto sempre a carico di ignoti.
Il sub morì a bordo di un’imbarcazione di diving dopo aver accusato un malore a seguito di un’immersione. Sulla barca doveva essere presente una persona capace di sottoporre il sub alle prime manovre di rianimazione? Agli atti d’indagini sono confluite due consulenze arrivate a conclusioni diametralmente opposte. Per il consulente del pm Elsa Valeria Mignone non ci sarebbe stato alcun nesso fra l’immersione e la morte.
Quella di parte, invece, ha sollevato dubbi sulla tempestività nei soccorsi. Otto minuti sarebbero trascorsi dal momento in cui Bechini venne issato a bordo e l’arrivo nel porto. Così, a detta dei familiari, il sub non sarebbe stato aiutato a riprendere le funzioni vitali. Non sarebbero state praticate le manovre di primo soccorso, il massaggio cardiaco e la somministrazione di ossigeno nonostante sull’imbarcazione erano presenti le dotazioni di primo soccorso ed una persona.
Da qui la richiesta del legale Rodelli di nominare un consulente medico-legale per stabilire se un massaggio cardiaco e la somministrazione di ossigeno poteva salvare il sub fino all’arrivo in banchina. La camera di consiglio è fissata per il prossimo 23 ottobre.
F.Oli.